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Buongiorno, vorrei continuare il lavoro iniziato con la pubblicazione dell’articolo di ieri, dedicato agli innocenti che, in Siria, stanno soffrendo e aspirano alla libertà e alla pace.
Ieri vi ho presentato il Prof. Eros Baldissera, noto arabista e autore dei dizionari di lingua araba della Zanichelli (http://it.wikipedia.org/wiki/Eros_Baldissera)
Ho al fortuna di averlo come amico e come consulente per l’arabo, quando ho scritto i miei libri, e anche questa volta si è prestato generosamente a preparare, con me, questi articoli dedicati ai Siriani innocenti, alle vittime della guerra.
Devo precisare che Eros Baldissera ha un rapporto speciale con la Siria e il poeta che già vi ho presentato nell’articolo di ieri, Nazih Abu ‘Afash, ha dedicato ad Eros diverse sue poesie. Il nostro professore ha musicato e cantato, ad esempio, la prima di quelle che vi propongo oggi, e si è esibito anche nella tv siriana.
Si tratta di due brevi poesie di Nazih Abu ‘Afash che riguardano la guerra e, nell’ottica di un ponte e di un’amicizia sempre auspicabile tra persone e culture, ecco a voi, uniti, la poesia e il canto di due uomini, voci dei loro rispettivi paesi, grido comune e condiviso contro il male profondo della guerra. Ecco il canto di Eros, sulla poesia Passeri, e a seguire i testi delle due poesie di Nazih Abu ‘Afash, che a Damasco è noto anche come pittore, oltre che come poeta.
OTTUSITÀ DEI PASSERI
a Eros Baldissera
Forse essi pensano:
questo color rosso cupo
è un fiore che scorre sulla roccia
queste forme inerti ai bordi delle trincee
son pastori che sonnecchiano
la terra, come l’ha raffigurata il pennello di Dio,
è un campo pronto per l’aratura
per il frumento, le passeggiate, i canti.
Forse essi pensano…
… … … …
… … … …
Non sanno (come potrebbero sapere!…)
che quanto stan guardando è: la guerra
che quei pastori dormienti sono i suoi morti
che quel rosso disseccato sulla roccia
sono gli spasimi di un’umanità disgraziata
i cui cuori son fluiti sulle scale dell’eternità
elevando le proprie pene al sommo dell’oblio
… … … …
… … … …
Non sanno; non posson sapere
che qualcuno piangerà la scomparsa di qualcun altro
che un paese destinato a perire s’inginocchierà
innanzi a un paese sul punto di sparire
e che altra morte
moltiplicherà
il retaggio
della sua immortale genitrice:
la morte.
… … … …
… … … …
Non sanno!
Nessuno vuol sapere…
Per questo si ostinano nel loro gaio canto
minuti cervelli
miseri:
i passeri….
29 Aprile 2004
La memoria degli elementi, 149
Poesia del siriano Nazìh Abu Afash (Marmarita 1946) Interrogativo a Eros i pugnali, le spade, le baionette, i coltelli, le scuri, gli strumenti per tagliar le gole e le lingue... tutti questi gentili attrezzi son chiamati dagli scienziati della morte: ARMI BIANCHE!!... Allora, cos'è che nei loro lessici può chiamarsi ARMI NERE?! Forse... queste poesie Nazìh Abu Afash 8 ottobre 1999
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