“Le comunità islamiche sono ormai fortemente radicate nella penisola italica, esprimono sempre più una propria identità e una pluralità che si interseca in una società multiculturale e si assiste, come già avvenuto in altre nazioni, alla nascita di seconde e terze generazioni di musulmani nati e cresciuti in Italia. Eppure, ancora oggi, è fortemente inscritta nell’immaginario collettivo l’idea che i musulmani siano “altro” rispetto al gruppo maggioritario autoctono, una presenza sempre e solamente legata ai fenomeni migratori”.
La presenza dei musulmani in Italia non è un fenomeno recente, o quanto meno legato ai flussi immigratori che hanno interessato il nostro Paese a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Si tratta invece di una presenza – sebbene non sistematica e continuativa – iniziata molti secoli orsono. Tracciare un percorso storico di tale presenza è lo scopo del volume “Radici islamiche. Storia dei musulmani in Italia dall’ottavo secolo ad oggi” pubblicato per Porto Seguro Edizioni e scritto da Fabrizio Ciocca, ricercatore che ha già affrontato il tema della presenza dell’Islam in Italia in precedenti lavori.
La tesi che Ciocca intende dimostrare, suffragata da un dettagliato e approfondito lavoro di ricerca storica – è proprio quella secondo cui “è indubbio che vi sia, nella storia d’Italia, un legame costruito lungo 12 secoli con l’Islam e i musulmani, che ha lasciato un’eredità rilevante”.
Il lavoro prende le mosse dai primi arrivi dei musulmani in Italia a cavallo fra l’ottavo e il nono secolo, procede con l’analisi della loro espansione in un contesto storico e politico che si dimostrò all’epoca in grado di assorbire quella civiltà. L’esempio più pregnante di ciò che accadde in quel tempo è rappresentato dalla Sicilia, dove ancora oggi sono presenti tracce della dominazione araba, non solo nell’architettura, quanto nel cibo, in alcuni usi e consuetudini, o nella lingua.
Con il passare dei secoli altri attori si affacciano sulla scena politica del Mediterraneo: l’impero ottomano è di sicuro il protagonista principale, potenza islamica che dominò il contesto storico, in grado di svolgere un ruolo paritario rispetto alle grandi potenze europee e allo Stato della Chiesa.
L’analisi di Ciocca prosegue con un focus sull’esperienza coloniale italiana e con le conseguenze che ne derivarono in termini di “gestione” delle popolazioni colonizzate, sia sul territorio africano che in patria.
Nell’ultimo capitolo di questo lavoro l’autore si focalizza sul ritorno dei musulmani: analisi e dati statistici che raccontano e descrivono la presenza dell’Islam in Italia a partire dagli anni sessanta fino ai giorni nostri, con verticalizzazioni sull’attuale scenario.
“Eppure, oggi il musulmano fa paura, in un clima da “scontro di civiltà” in cui l’Islam viene visto come nemico irriducibile dell’Occidente, incompatibile con la laicità e la democrazia. Tuttavia, la visione occidentale dell’Islam soffre di semplificazioni e riduzioni, e questo avviene anche nel nostro Paese, dove a questa parzialità si aggiunge tra la pubblica opinione un livello di islamofobia – come dimostrano diverse ricerche – significativo”.
Appare indubbio che oggi l’atteggiamento della società italiana – ed europea – nei confronti dei musulmani sia venato fortemente da tratti di diffidenza e sospetto, legati alla generalizzazione che la narrazione dominante ha fatto degli attentati jihadisti a partire da quello alle torri gemelle di New York del 2001. L’equazione musulmano uguale terrorista appare dominante, nonostante tutti i dati disponibili raccontino una storia completamente diversa.
Lo scopo di questo lavoro, come dice lo stesso autore nelle conclusioni, è quello di fornire un quadro d’insieme che permetta di considerare il musulmano non più come “altro” rispetto all’italiano, ma come un tassello di una storia più complessa le cui radici vanno rintracciate in un passato tanto remoto quanto comune.
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