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“Nasta’liq: Il Genio della Calligrafia Persiana”, per la prima volta in una mostra ad hoc

Islamic Arts Magazine (17/08/2014). Traduzione di Claudia Avolio.

In copertina un foglio del periodo Safavide (16° secolo), esposto tra le opere in mostra

Nel corso di un prolifico periodo durato 200 anni (14-16° secolo), quattro maestri calligrafi crearono una delle forme esteticamente più raffinate della cultura persiana: il nasta’liq – un tipo di calligrafia così bella che la per la prima volta la forma espressiva delle parole eclissò il loro significato.

“Nasta’liq: Il Genio della Calligrafia Persiana” è la mostra che verrà ospitata presso la galleria Arthur M. Sackler (Washington, Stati Uniti) dal 13 settembre al 22 marzo: 20 capolavori assai rari creati dai più grandi professionisti della scrittura che ne tracciano l’evoluzione da semplice stile calligrafico a potente forma d’espressione artistica.

Si tratta della prima mostra in assoluto che si focalizzi in modo tanto specifico sul nasta’liq – stile usato soprattutto per scrivere poesie, la quintessenza come forma di letteratura persiana. Con linee sinuose, brevi tratti verticali ed un impressionante senso del ritmo, la scrittura fu un immediato successo e venne rapidamente adottata nel mondo legato alla lingua persiana dalla Turchia all’India.

La mostra mette in luce come generazioni di calligrafi itineranti – legati da un rapporto di maestro-alunno – svilupparono, accrebbero e diffusero il nasta’liq nei maggiori centri artistici.

“Il nasta’liq rappresenta una delle forme d’arte persiane più riuscite, sviluppata in un periodo di effervescenza culturale ed artistica per l’Iran”, dice Simon Rettig, curatore della mostra e curatore associato presso le gallerie Freer e Sackler. “In un certo senso, divenne l’incarnazione visiva della lingua persiana abbracciata con entusiasmo da Istanbul a Delhi e da Bukhara a Baghdad”.

Ciascuno dei quattro maestri parte della mostra – Mir Ali (Tabriz, attivo circa dal 1370 al 1410), Sultan Ali (Mashhad, morto nel 1520), Mir Ali (Herat, morto nel 1545) e Mir Imad Hasani (Qazvin, morto nel 1615) – applicò un ulteriore sviluppo allo stile nasta’liq. Lo fecero inclinando intenzionalmente la scrittura per un effetto drammatico, modulando le linee per bilanciare il senso del fluido con la disciplina e aggiungendo delicati svolazzi a spirale.

Legati spesso a corti reali e principesche, molti calligrafi erano le celebrità del loro tempo e i visitatori della mostra apprenderanno affascinanti aneddoti di fama e rivalità. Padroneggiare lo stile del nasta’liq può richiedere una vita, ma resta a tutt’oggi la più popolare forma di calligrafia persiana. Un video dimostrativo della mostra – insieme a strumenti calligrafici ed accessori – mette in luce come tecniche sviluppate oltre 500 anni fa siano ancora messe in pratica dai calligrafi contemporanei.

Perlopiù attinte dalle collezioni delle gallerie Freer e Sackler, le maggiori opere della mostra comprendono l’unica opera conosciuta che sia stata firmata “dall’inventore” del nasta’liq Mir Ali (Tabriz), due fogli da una collezione di poesia del governante del tardo 15° secolo Sultan Husayn Bayqara e sontuose pagine illuminate dagli album imperiali Mughal.

Guarda alcune delle opere della mostra e vai all’originale