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Raqqa: la fine della capitale del califfato in Siria

Di Abdulrahman al-Rashed. Asharq al-Awsat (24/05/2016). Traduzione e sintesi di Mariacarmela Minniti.

Raqqa sta per essere liberata dal “governo” di Daesh (ISIS) che ha compiuto le peggiori nefandezze nei confronti della popolazione, filmate e diffuse dai suoi stessi combattenti: stragi di massa, stupro di ragazze nelle scuole, uccisione di stranieri e impiego degli abitanti come schiavi. Raqqa è divenuta la capitale mondiale del terrore dopo essersi trasformata in un accampamento di terroristi provenienti da ogni dove che hanno formato un grande esercito di diverse nazionalità.

Fra tutte le località siriane e irachene sotto l’influenza di Daesh, Raqqa è stata scelta come capitale per via del petrolio che è stato venduto indiscriminatamente mediante contratti con il regime di Assad a Damasco, primo cliente. In cambio, il regime non ha ottenuto solo il finanziamento per le centrali elettriche poiché ha considerato Daesh come un esercito del presidente e se ne è servito per combattere l’esercito siriano libero, le altre fazioni dell’opposizione e le organizzazioni curde.

Per la coalizione guidata dagli Stati Uniti, la battaglia di Raqqa è l’operazione militare e politica più importante degli ultimi cinque anni, ovvero dall’inizio della guerra civile siriana. L’amministrazione Obama ha bisogno di una grande vittoria mediatica dopo l’intensificarsi delle critiche alla sua posizione conciliante in Siria. Se Raqqa verrà liberata, sarà l’unico grande successo militare dall’uccisione del leader di Al-Qaeda, Bin Laden, in Pakistan. La liberazione della città è importante anche perché distruggerà il “califfato” e non solo la sua capitale. Il successo della coalizione nell’uccidere ed espellere migliaia di combattenti di Daesh da Raqqa, loro roccaforte invincibile, invierebbe un forte messaggio agli altri gruppi estremisti che appoggiano l’organizzazione e il Fronte di Al-Nusra, e che continuano a sfruttare le immagini di Raqqa per convincere l’opinione pubblica nelle società musulmane della fondazione del califfato sulla terra promessa. Senza dubbio queste immagini hanno dato un forte impulso alla propaganda degli estremisti fra i giovani che sono stati attratti dagli inviti al jihad e hanno trovato nell’idea del califfato un progetto allettante.

Ma cosa succederà dopo la liberazione di Raqqa da parte della coalizione a guida americana? La vittoria sarà un evento mediatico forte, ma con risultati limitati. Abbiamo già visto come le organizzazioni terroristiche riescono a fuggire, trovare nuovi rifugi e infine riprendere la lotta. È probabile che l’ISIS cominci a ridurre la sua presenza a Raqqa per poi occupare Mosul e riprendere le sue attività contro altre città siriane.

Ad eccezione delle vittorie propagandistiche dell’imminente battaglia di Raqqa, la coalizione internazionale non riuscirà a contenere il pericolo dell’ISIS perché l’organizzazione si nutre del caos in Siria e trae vantaggio dai crimini commessi dal regime di Assad contro la maggior parte della popolazione. Ci sono milioni di siriani emigrati e milioni che hanno perso i loro cari a causa dei crimini del regime di Assad, dell’Iran, di Hezbollah e della Russia le cui azioni non sono meno brutali di quelle di Daesh.

Daesh perderà la sua capitale, subendo una sconfitta a livello propagandistico che avrà eco mondiale, e nelle prossime settimane potrebbe perdere anche la sua seconda città – Falluja, in Iraq. Tuttavia, queste vittorie non elimineranno il terrorismo dall’Iraq e dalla Siria, ma ci sarà solo uno spostamento da una città all’altra.

Abdulrahman al-Rashed è ex caporedattore del quotidiano Asharq al-Awsat e ex direttore generale di Al-Arabiya.

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