Marocco: Tra le Sfide della Natura e l’Ascesa Economica

Sintesi dell’Analisi di Alexandre Kateb, Sciences Po, pubblicata sulla Tribune.

Negli ultimi anni, il Marocco ha dovuto affrontare una serie di sfide esterne che hanno testato la sua resilienza. Dallo scoppio della pandemia di Covid-19 nel 2020, alla siccità eccezionale del 2022 e al terremoto di magnitudo 6,9 che ha colpito la provincia di Al-Haouz nell’Alto Atlante il 8 settembre 2023, queste catastrofi naturali hanno causato perdite umane significative e gravi danni materiali.

Tuttavia, solo poche settimane dopo il terremoto, Marrakech ha ospitato le assemblee semestrali del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e della Banca Mondiale. In questa occasione, il FMI ha pubblicato un rapporto che ha messo in luce la stabilità macroeconomica, la solidità istituzionale e il quadro regolamentare avanzato del Marocco. Lo studio ha evidenziato anche la notevole capacità del Regno di attrarre investimenti diretti esteri (IDE), soprattutto nell’industria manifatturiera ad alta tecnologia (automobilistica, aerospaziale ed elettronica).

Questi risultati sono il frutto di significativi investimenti in infrastrutture, tra cui spiccano il mega-porto di Tanger Med e la linea ad alta velocità (LGV) che collega Tanger a Casablanca. Inoltre, il Marocco ha implementato una politica industriale attraverso il Piano di Accelerazione Industriale lanciato nel 2014. Secondo l’istituzione con sede a Washington, le infrastrutture stradali, ferroviarie e portuali del paese sono ora al livello di qualità dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE).

Nonostante questi indiscutibili successi, che includono una costante crescita dello sviluppo umano dal 1990, l’economia marocchina ha subito un rallentamento significativo della sua crescita negli ultimi dieci anni. La crescita media annuale è scesa dal 5% tra il 2000 e il 2009 al 3,5% tra il 2010 e il 2019. Questo rallentamento economico è stato accompagnato da una riduzione del valore aggiunto occupazionale, con un aumento del tasso di disoccupazione giovanile e una diminuzione della partecipazione al mercato del lavoro, soprattutto tra le giovani donne di 20 anni e più.

Come molti altri paesi emergenti, il Marocco è ora affronta la sfida del “trap del reddito intermedio”, un concetto sviluppato dalla Banca Mondiale. Si basa su un dato empirico: solo pochi paesi a reddito medio nel 1960 sono riusciti a raggiungere lo status di economia avanzata nel 2010. A eccezione delle monarchie petrolifere del Golfo, il quadro è ancor più severo. Tra le nazioni considerate parte della “lega economica di prima divisione” figurano i noti “tigri e draghi” asiatici, oltre a pochi altri paesi situati al di fuori dell’Asia.

Il rapporto della Commissione speciale sul modello di sviluppo (CSMD) ha rivelato che il Marocco non sta sfruttando adeguatamente il suo capitale umano, in un contesto di trasformazione strutturale limitata. Ancora oggi, un terzo della popolazione attiva è impiegata nel settore agricolo e il lavoro informale rappresenta dal 70% all’80% dell’occupazione totale. Il rapporto del FMI menziona anche il problema delle disuguaglianze di genere, in particolare nell’accesso all’occupazione, come una delle principali cause del rallentamento della crescita.

Nel 2020, durante l’epidemia di Covid-19, il re Mohammed VI ha annunciato un programma di riforme ambizioso per superare il “trap del reddito intermedio”. Questo programma include un’ampia iniziativa per estendere la protezione sociale e una riforma dello Stato azionista, che mira a razionalizzare le aziende pubbliche esistenti e a istituire un Fondo Strategico per investire nelle imprese private ad alto potenziale di crescita.

Il Marocco sta affrontando sfide significative, ma con la sua stabilità macroeconomica, il suo impegno per lo sviluppo umano e le riforme in atto, sembra determinato a superare queste sfide e a perseguire una crescita economica sostenibile e inclusiva. La sua resilienza e la sua visione di lungo termine lo pongono sulla strada giusta per affrontare le sfide future con successo.

Zouhir Louassini. Giornalista Rai e editorialista L'Osservatore Romano. Dottore di ricerca in Studi Semitici (Università di Granada, Spagna). Visiting professor in varie università italiane e straniere. Ha collaborato con diversi quotidiani arabi tra cui al-Hayat, Lakome e al-Alam. Ha pubblicato vari articoli sul mondo arabo in giornali e riviste spagnole (El Pais, Ideas-Afkar). Ha pubblicato Qatl al-Arabi (Uccidere l’arabo) e Fi Ahdhan Condoleezza wa bidun khassaer fi al Arwah ("En brazos de Condoleezza pero sin bajas"), entrambi scritti in arabo e tradotti in spagnolo.

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