Di Sayid el-Shahat. Youm7 (23/05/2016). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.
Solo il futuro potrà giudicare la serietà del partito tunisino Ennahdha che di recente ha presentato un nuovo programma basato sulla separazione dell’azione religiosa da quella politica. Non resta che attendere quindi la risposta popolare a questo cambiamento, che per lunghi anni ha testimoniato il forte ruolo attribuito all’Islam in campo politico.
In occasione della decima Conferenza tenutasi a Tunisi due giorni fa, il leader del movimento, Rachid Ghannouchi, ha annunciato nel suo discorso d’apertura la nuova linea di condotta del partito stesso, basata sulla separazione della religione dalla sfera politica, invitando le moschee “ad unirsi contro le corruzioni politiche, spingendo all’unione e non alla divisione”. La Conferenza ha visto la partecipazione anche di alte personalità politiche, tra cui il presidente tunisino, Beji Caid Essebsi, che ha appoggiato la nuova linea del partito, al fine di “stroncare il monopolio religioso”, e ha chiarito che “Ennahdha non è mai stata una minaccia per la democrazia”. Di contro, altre fazioni politiche in Tunisia continuano a manifestare la propria opposizione al partito, accusando il movimento di essere responsabile degli omicidi avvenuti al tempo del suo mandato, in attesa che quest’ultimo paghi per le sue colpe.
In un simile scenario di sostegno e sfiducia, ci si chiede perché la Fratellanza Musulmana in Egitto non proceda nella stessa direzione. Il movimento egiziano, infatti, ha da sempre ignorato tutte quelle voci che chiedevano una separazione della religione dagli affari politici, rispondendo con arroganza, convinto che l’origine della sua forza risieda non nel rinnovamento della sua visione politica, ma in una statica visione intellettuale difesa dai propri sostenitori.
Di conseguenza, rigidità mentale e arroganza sono stati gli unici strumenti domanti della Fratellanza nel Paese, mentre in Tunisia il movimento Ennahdha poteva trarre vantaggio dagli errori della fazione omologa.
I Fratelli Musulmani hanno continuato ad adottare un programma politico fallimentare, mischiando religione e politica, senza rispettare le proprie promesse. Anzi, tale comportamento ha influenzato la formazione di gruppi di infedeli e terroristi e ha incontrato inevitabilmente il rifiuto popolare.
Il futuro decreterà dunque il successo o non del nuovo programma di Ennahdha, e in caso di esito positivo, il mondo arabo avrà un esempio di vera democrazia a cui attingere e di cui necessita.
Sayid el-Shahata è uno scrittore e giornalista egiziano.
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