“I movimenti delle donne in Nord Africa e Medio Oriente: percorsi e generazioni femministe a confronto”

donne marocco

Quello che vi propongo oggi nel blog “Con altre parole” non è un libro bensì una pubblicazione sulla rivista di studi “Afriche e Orienti” avente ad oggetto i movimenti delle donne nella regione MENA (Medio Oriente e Nord Africa).  Il complesso ed articolato lavoro di ricerca è stato coordinato da Renata Pepicelli, dell’Università LUISS di Roma e da Anna Vanzan dell’Università di Milano, con i contributi della tunisina Maryam Ben Salem dell’Università di Sousse, della egiziana Mulki al-Sharman dell’Università di Helsinki e di Leyla Simsek-Rathke dell’Università Marmara di Istanbul.

Il dossier si pone l’obiettivo di fare il punto della situazione dei movimenti delle donne nell’area del MENA, soprattutto conducendo un confronto generazionale fra quelli che si possono definire i movimenti femministi storici dei Paesi della regione interessata e le nuove organizzazioni e associazioni sorte contestualmente o successivamente alle primavere arabe e agli altri movimenti rivoluzionari che hanno caratterizzato gli anni più recenti.

L’analisi spazia dal Marocco all’Iran, dalla Tunisia all’Egitto, alla Turchia, cercando sempre di seguire il filo rosso del confronto fra le differenti generazioni e le diverse forme di azione politica delle donne. In tutti i paesi analizzati tale confronto si caratterizza a volte per elementi di continuità con il passato più o meno recente, e in altri per elementi di netta rottura. Il femminismo è divenuto un elemento presente nell’immaginario delle generazioni più giovani, ma nel contempo i movimenti delle primavere arabe hanno dimostrato una nuova e diversa consapevolezza di genere che si estrinseca in nuove identità politiche e in nuovi modelli di attivismo da parte delle giovani donne.

Spesso infatti le nuove generazioni fanno difficoltà a riconoscersi all’interno di contenitori politici ascrivibili ad un discorso di femminismo tradizionale, scegliendo sempre più spesso la militanza in movimenti misti, evitando il separatismo e all’interno dei quali le istanze di rivendicazione delle donne sono parte di un più vasto programma di rivendicazioni sociali e politiche che investono la società nel suo complesso.

Le studiose che hanno realizzato questa ricerca hanno cercato di rispondere ad alcuni interrogativi, quali per esempio quale sia stata l’evoluzione dei movimenti delle donne nell’area MENA, oppure se si può definire femminismo la nuova ondata di attivismo da parte delle giovani donne che hanno partecipato alle rivolte delle primavere arabe, o ancora quanto le relazioni di genere all’interno dei movimenti influenzano le relazioni di genere nel più ampio contesto sociale.

Ognuna delle ricercatrici ha cercato di dare la propria risposta a questi interrogativi. La tunisina Maryam Ben Salem, attraverso una indagine qualitativa, interviste e focus group ha analizzato le diverse forme di attivismo femminista nel suo paese e il significato che le donne attribuiscono a tali movimenti all’indomani della rivoluzione del gennaio 2011.

L’egiziana Mulki al-Sharman ha condotto una ricerca di campo nelle città del Cairo e di Alessandria, intervistando attiviste impegnate sui temi del femminismo islamico e studenti dell’università Al-Azhar impegnati nella riforma dell’educazione religiosa, cercando di chiarire le differenze generazionali e intellettuali fra i due gruppi.

Il ruolo delle donne nelle battaglie per la lotta per la cittadinanza, per la partecipazione alla vita politica e sociale è invece l’ambito di studio della turca Leyla Simsek-Rathke. I suoi studi rivelano che le diverse generazioni di donne sono riuscite ad instaurare un costruttivo dialogo per il raggiungimento di obiettivi comuni.

Anna Vanzan invece ripercorre la storia del movimento delle donne in Iran e la loro capacità di adattamento, ovverosia l’abilità delle iraniane di ridefinire il movimento femminista a seconda della situazione politica nella quale ci si trova ad agire.

Infine il saggio di Renata Pepicelli che illustra il percorso dei movimenti femministi in Marocco, distinguendone quattro fasi fondamentali, dalla prima in cui le lotte delle donne sono strettamente legate alla lotta per l’indipendenza, passando attraverso una fase di positivi successi e raggiungimento di obiettivi sul piano delle riforme legali, per concludersi con la fase in cui le nuove generazioni superano i paletti ideologici per approdare ad un attivismo post ideologico e post femminista.

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