Questa settimana è iniziata con il piede giusto: “Il ritorno” di Hisham Matar ha vinto la sezione Autobiografia del premio Pulitzer 2017! Il mondo dell’arabismo, e non solo, ha esultato. Un autore arabo vince finalmente un premio così prestigioso! Purtroppo, non sono cose che succedono tutti i giorni.
È vero anche che il romanzo dell’autore di origini libiche è stato scritto in inglese e lui vive tra New York e Londra, quindi è ben inserito nella produzione letteraria “occidentale”. In ogni caso, il riconoscimento è meritatissimo.
“Il Ritorno. Padri, figli e la terra fra di loro” racconta di quando l’autore, dopo decenni di assenza, torna in Libia nel 2012 a cercare informazioni riguardo il padre, Jaballa Matar, dissidente politico di punta al regime di Gheddafi. Nel 1990 è stato sequestrato dalla sua casa al Cairo e incarcerato nella prigione libica di Abu Salim. Qui, dopo pochissime e sporadiche lettere, il padre dell’autore è svanito nel nulla, sei anni dopo. Da allora Hisham Matar ha dedicato la vita alla sua ricerca.
Aveva già scritto due romanzi su questo tema “Nessuno al mondo” nel 2006 e “Anatomia di una scomparsa” nel 2011, tutti editi da Einaudi. L’ultimo, pubblicato quest’anno dalla stessa casa editrice, tradotto da Anna Nadotti, risulta ancora più intimista e personale e racconta del suo viaggio in Libia dopo la rivoluzione per cercare ancora una volta la verità sul destino del padre.
Passato e presente si mescolano in maniera armoniosa e fluente, nei ricordi dello scrittore e in quelli di tutte le persone con cui parla, amici e parenti detenuti nella stessa prigione, che possono avere notizie su un padre che avrebbe voluto conoscere di più.
Delicatezza e semplicità che ci fanno riscoprire la Libia, un paese di cui si sa ben poco, nonostante la sua vicinanza e la storia comune che la lega all’Italia.
Buona Lettura!
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