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Maidan Nezalezhnosti, cosa c’è di arabo nella piazza ucraina?

Il 15 febbraio, una ragazza è apparsa in un video per mandare un appello affinché ci si interessasse della situazione in Ucraina: “Sono ucraina, nativa di Kiev, ed ora mi trovo a maidan, nel centro della mia città”: maidan, la piazza. Una parola araba che abbiamo iniziato a conoscere con le proteste egiziane e la loro midan Tahrir, piazza Tahrir, al Cairo. Oggi a ricordarcelo è il film “The Square”, della regista Jehane Noujaim, il cui titolo originale in arabo è proprio “Al-Midan”.

Questo post nasce dall’invito-riflessione di Lorenzo Declich, che – in ore in cui il presidente ucraino Yanukovich era ancora al potere – ha esortato: “Spieghiamo loro che agli europeisti ucraini “la piazza” gliel’ha portata, in qualche forma, qualcuno che veniva da sud, o da sud-est, o da sud-ovest e non da ovest. Quella piazza dove ora essi chiedono Europa, quell’Europa che non guarda a sud, né a est.”

In quegli stessi giorni, Timothy Snyder ha spiegato quali significati concreti porta con sé oggi in Ucraina la parola di origine araba maidan sulla New York Review of Books. Considerando i siti d’informazione araba, Maidan Nezaleshnosti viene tradotta e perciò chiamata maidan al-istiqlal, piazza dell’Indipendenza.

Lorenzo Declich, storico del mondo islamico e Pino Cossuto, storico dell’Europa orientale, hanno risposto a brevi domande che, partendo dall’origine araba della parola maidan, ci portano verso una riflessione più specifica sulla complessa realtà ucraina.

Le nostre riflessioni sono state raccolte il 26/02/2014, prima dei recenti sviluppi

1) Quali sono le origini della parola maidan?

Pino: È molto interessante, soprattutto per un periodo “tardo” (XIV-XV secolo), ovvero di islamizzazione del lessico dei tatari (possibile retro-datazione fino alla seconda metà del XIII sec., senza islamizzazione, escludo prima, per quella zona), ma sempre di origine araba. A senso è la “piazza” del mercato, quindi mercato di schiavi, e ci si trova. In varie lingue dell’est Europa esisteva la forma maydan, poi “purificata” con ulitza, piatza, ecc.

Pare, tuttavia, che l’attuale nome della “piazza” sia stato dato nel 1991, dopo l’indipendenza. Ed è appunto la “piazza dell’indipendenza”. In quella piazza viene ricordato anche uno dei fondatori della “nazione ucraina”, ovvero un eroe folklorico, il cosacco Mamay, che ha un nome ed attributi tatari e comincia a comparire nel XVI secolo. Mamay diventa un eroe anti-occidentale, intendendo con “occidente”, i valori “degenerati”, non sani.

2) Ed oggi nei dizionari arabi, che definizione ne viene data?

Lorenzo: Cito dal Traini: terreno sgombro, spazio libero, spiazzo, piazza, campo sportivo, arena, ippodromo, circo, campo di battaglia, zona di guerra, area di combattimento, campo d’azione etc.

Pino: Il Redhouse ottomano dà le stesse definizioni. A senso è la “piazza grande del mercato, quella al centro della città, buona per le parate e per i forum”. Ma il termine è utilizzatissimo in innumerevoli paesi, dall’India all’Asia Centrale.

3) Qual è l’idea che vi siete fatti di Maidan Nezalezhnosti?

Lorenzo: Non ne so molto, mi sto documentando in questi giorni, come forse fanno tutti. Io mi interesso dei movimenti dal basso di sinistra e anarchici che, in molte situazioni – e credo anche in questa – si trovano schiacciati sul terreno da correnti di estrema destra o di natura confessionale e nei palazzi dagli interessi geopolitici di soggetti che, a un certo livello, sono uniti nel voler ignorare le proteste e le richieste della gente. Vedo però che anche in Ucraina si registrano presenze determinate di gruppi di sinistra e anarchici, seppure numericamente esigue.

Pino: Da quello che posso intuire c’è una diffusissima insofferenza generale, pluriennale, causata dalla crisi economica e dall’impossibilità di uscita da un destino sociale misero e umiliante legato all’appartenenza alla cittadinanza ucraina. L’entrata nell’Unione Europea permetterebbe libertà di movimento in altri Paesi, quindi possibilità di vita percepita migliore. Chi si oppone a ciò viene identificato come appartenente ai vari “Poteri” che hanno condotto l’Ucraina alla crisi. Vi è un fortissimo richiamo storico, o meglio, alla “metastoria” (la “Storia” che rimane la stessa, costantemente, nonostante le differenze cronologiche e il fluire della storia stessa). Ciascuno, quindi, può trovare, nella millenaria storia dell’Ucraina (Paese tra l’altro non omogeneo sotto vari profili) un motivo per stare dall’una o dall’altra parte. 

Claudia 03 mar Ucraina4) In Ucraina un video girato a maidan mostra una bandiera della rivoluzione siriana. In Siria, i ragazzi di Kafranbel hanno disegnato uno striscione con riferimenti all’Ucraina. La piazza ucraina ci può insegnare qualcosa rispetto alla crisi siriana?

Lorenzo: Le due situazioni sono per molti versi incomparabili, quello che registro è un moto di solidarietà per molti versi “incosciente”, basato sulla convinzione che le due lotte abbiano lo stesso obiettivo.

Pino: Forse che la capacità di giudizio degli italiani è troppo viziata e condizionata da gruppi di potere politico-culturale ristretti e onnipotenti che facilmente possono manipolarci, dandoci una visione filtrata degli avvenimenti?

Da Twitter ci arriva inoltre un rapido scambio in tal senso molto significativo: a fine gennaio, Gökhan Yücel, consulente politico di Istanbul, scrive: “La parola #maidan nella sua origine significa ‘piazza’ in arabo, come per piazza Tahrir. Una parola connette proteste dalla portata storica”.

A rispondergli dall’Ucraina è Sergey Balbeko, giovane che lavora per NowThisNews, che nel suo tweet scrive: “In ucraino ‘maidan’ significa piazza. Hai ragione, questa parola ha origini arabe”.

“Anche in turco meydan – letteralmente la stessa parola – significa piazza”, conclude dalla Turchia Yücel.

 

Claudia Avolio, Lorenzo Declich, Pino Cossuto