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La poesia arabo-sicula rivive nella musica di Bob Salmieri, con i Milagro Acustico

milagro - CopiaBuongiorno a tutte le lettrici e lettori del nostro Salotto della musica arabo-islamica e mediterranea. Oggi parliamo, presentandolo direttamente, di un musicista, Bob Salmieri, e del suo noto gruppo, i Milagro Acustico.
E’ con grande piacere avere ospite Bob e conoscere da lui stesso il lavoro che sta dietro le sonorità, i testi, le suggestioni che la musica dei Milagro Acustico ci regalano da lungo tempo.
Vedremo come, dopo quasi mille anni, la poesia arabo-sicula rivive e prende forma sonora attraverso la passione, la ricerca e lo studio, il sentirla ancora viva e palpitante di contenuti ed emozioni che la musica può esprimere, ancora oggi, rendendola tuttora attuale.

C.: Ciao Bob, ti vuoi presentare ai nostri lettori e raccontare di te, della tua storia musicale e del tuo gruppo?

B.: Sono figlio di una immigrazione al contrario; la famiglia di mio padre, originaria di Favignana ( Trapani) , emigrò in Tunisia alla fine dell’Ottocento; a Tunisi sono nati sia mio nonno che mio padre, che poi venne a vivere in Italia all’inizio della seconda guerra mondiale. Nel 1995 ho fondato i “Milagro Acustico” e, qualche anno dopo, l’associazione culturale che porta lo stesso nome e che ha come scopo fondamentale la promozione e diffusione della cultura mediterranea. Abbiamo contribuito a riportare in superficie uno dei periodi più interessanti e sconosciuti della nostra storia, la dominazione islamica della Sicilia, il patrimonio poetico lasciato in circa tre secoli di dominazione e che rappresenta forse la prima forma poetica sviluppata in Italia. Milagro Acustico fa musica originale, nessun brano tradizionale, nessun ammiccamento all’orientalismo; utilizziamo strumenti della tradizione mediterranea e collaboriamo spesso con musicisti provenienti dal bacino del Mediterraneo ed utilizziamo testi poetici per le nostre canzoni: dai Poeti Arabi di Sicilia, alle quartine di Omar Khayyam, ai poeti contemporanei come il turco Nazim Hikmet e il siciliano Ignazio Buttitta.

C.: Molto interessante. Volevo chiederti come era nata la passione e l’interesse per la musica e la poesia araba ma hai già anticipato la mia domanda :-). Ti chiedo allora che percorso, che esperienze, quali incontri hai fatto, per acquisire le competenze che hai?

B: Come accennavo, mio padre è nato in Tunisia, quindi ho da subito sviluppato un certo interesse per il mondo mediorientale, ma solo in occasione del primo viaggio in Tunisia, quando avevo circa dieci anni, ho capito che l’interesse per quel mondo era più profondo. Crescendo ho viaggiato e lavorato molto in paesi come la Tunisia appunto, il Marocco, la Siria, lo Yemen, l’Egitto e la Turchia dove ho potuto approfondire un po’ di più la conoscenza dei vari aspetti del mondo islamico e soprattutto dove ho potuto incontrare musicisti importantissimi per la mia formazione e per le collaborazioni che ne sono seguite. Nel 2009, grazie alla collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Ankara, abbiamo realizzato un progetto finanziato dalla Unione europea che ha portato in tour nelle maggiori università turche, circa 35 musicisti fra italiani e turchi, concludendo il tour a Roma, al Teatro Palladium – Terza Università. Quindi, più che passione per la musica araba, si può parlare di interesse per una parte di mondo che in qualche modo mi appartiene e per una cultura che ci è un po’ preclusa, tenuta a distanza da una supremazia culturale (se non colonialismo culturale) anglo-americana e da pregiudizi religiosi.

C.: E’ vero, sono d’accordo. Di cosa vi occupate, prevalentemente, col tuo gruppo? e perchè questa scelta?

B.: Diciamo che la parte più interessante del nostro lavoro è forse la ricerca; ricerca di suoni, musicisti, strumenti ma soprattutto di testi. La maggior parte di ciò che si conosce del periodo storico e poetico della dominazione araba in Sicilia (827 – 1091 circa) si deve alla minuziosa e infaticabile ricerca di una sola persona, Michele Amari, nato a Palermo all’inizio del 1800. Lui ha raccolto nella sua “Antologia Arabo-Sicula” tutti i frammenti poetici del periodo, traducendo, catalogando, conservando un patrimonio che altrimenti sarebbe andato perduto. A lui si deve anche la “Storia dei musulmani di Sicilia”, un testo che dovrebbe essere studiato nelle scuole e che invece è difficilmente reperibile in poche librerie siciliane. I motivi che ci hanno portato a dedicare la maggior parte della nostra attività artistica a questo particolare periodo storico non li so spiegare; so che quando leggo una poesia di Ibn Hamdis, sento che parla di me, che mi collega a qualcosa, mi da un senso di appartenenza. Ho riproposto queste sensazioni nel libro “Uomini e Dei; piccola Odissea siciliana” (Coppola editore), cercando di dare una visione più particolareggiata di ciò che ho cercato di esprimere in questo articolo.

C.: Come definiresti la musica che fate? Quali influssi e quali tradizioni sono stati determinanti?

B.: Credo che a nessun musicista piaccia definire la propria musica; dovendolo fare direi che si può parlare di musica mediterranea. Il Mediterraneo da sempre è un punto di unione, di incontro (e di scontro ovviamente) fra le varie popolazioni che lo abitano. Questo è un mare che unisce, che mette in comunicazione idee, culture, cibi e arte; ecco in questa accezione direi che è corretto parlare di musica mediterranea.
Forse la tradizione che ci ha influenzato maggiormente è quella della musica e della poesia Sufi.
L’idea di evocare, di cercare più in profondità il senso delle cose, ci avvicina sicuramente a questa disciplina. Ad esempio il lavoro che abbiamo fatto sulle poesie di Omar Khayyam e la sua scoperta, è stato fondamentale anche a livello personale e non solo artistico.

C.: Capisco e condivido l’antipatia per il definire il proprio lavoro musicale :-). Diciamo che a volte è necessario per inquadrare subito un ambito e per comunicarlo ai lettori. Premesso che alle parole faremo seguire vari link musicali, in modo che i lettori possano ascoltare, oltre che leggere, possiamo comunque parlare di quella che fate come “musica d’autore (non tradizionale) nella quale confluiscono forti influssi mediterranei a tutto campo, e dove l’amore e la pratica seria della ricerca e della passione verso la poesia arabo-sicula, come di quella sufi, donano spessore e carattere peculiare al vostro fare musica, così come al vostro “sentire”. Può essere una definizione accettabile?
Quali criteri usate per musicare un testo poetico e per arrangiarlo in quel particolare modo? E quali testi scegliete, prevalentemente?

B.: Non c’è un criterio preciso; scegliamo quasi sempre testi che possono parlare agli uomini e alle donne di qualunque epoca, che esprimono sentimenti condivisibili a mille anni di distanza, che affrontino temi e dubbi del vivere, ed in questo Ibn Hamdis è un esempio. Vedere come hanno affrontato il tema della morte o dell’amore non corrisposto e della nostalgia per il luogo dove si è nati e che si è dovuto abbandonare… vedere come colpiscono ancora in modo così profondo; il passaggio successivo, cioè quello di musicare queste poesie è fin troppo facile.

C.: Ci racconti, ora, della tua attività artistica? lavori anche da solo o sempre con i Milagro Acustico?

B.: Lavoro prevalentemente con i progetti di Milagro Acustico, a parte qualche collaborazione con amici musicisti o la realizzazione di colonne sonore per documentari che è un’attività che mi piace molto. Poi collaboro con una etichetta romana che si occupa di world music, la Helikonia.

C.: Che programmi e che progetti avete, ora e per il futuro?

B.: Questo è un momento di grande fermento; stiamo lavorando alla registrazione del nuovo CD che abbiamo presentato in anteprima all’Auditorium Parco della Musica lo scorso 12 gennaio. Si tratta del primo capitolo della trilogia dedicata al Viaggio in Sicilia che si chiamerà: ” La stagione araba”. Utilizziamo sempre testi dei Poeti Arabi di Sicilia ma questa volta invece di tradurli in siciliano, li facciamo cantare direttamente in arabo da un grandissimo musicista e cantante iracheno-tunisino, Marwan Samer , che meglio di chiunque altro può raccontarci la nostalgia per la propria terra, per la propria famiglia e amici lasciati. Il nuovo progetto sarà presentato a maggio 2014 all’Auditorium di Roma.

C.: Molto bello, bravi, e sono contenta di poterlo anticipare ai lettori. Ricordatevi tutti di maggio 2014, quindi!
Bob, se sei d’accordo, io ti ospiterei volentieri nel mio salotto anche per articoli futuri, che ne dici? Oggi ci siamo presentati e conosciuti. In futuro potremmo affrontare argomenti specifici, legati ad esempio alla musica araba in Sicilia, sotto vari aspetti che sarai tu a scegliere e a proporci. Va bene? Un salutone a tutti, alla prossima.
Cinzia Merletti

B.: Certamente, sono sempre disponibile. Consiglio anche dei video presenti nella pagina YouTube:
http://www.youtube.com/user/bobsalmieri
In particolare consiglio:
Ricorda o me nomi: http://youtu.be/0mLMhDCR6xQ
Schiavu d’amuri: http://youtu.be/MW0iUNv94Lo
La venere di Siracusa: http://youtu.be/ikyXrsWZ8no

About the author

Cinzia Merletti

Cinzia Merletti è musicista, didatta, saggista. Diplomata in pianoforte, laureata in DAMS, specializzata in Didattica e con un Master in Formazione musicale e dimensioni del contemporaneo. Ha scritto e pubblicato saggi sulla musica nella cultura arabo-islamica e mediterranea, anche con CD allegato, e sulla modalità. Saggi e articoli sono presenti anche su Musicheria.net. Ha all'attivo importanti collaborazioni con musicisti prestigiosi, Associazioni culturali e ONG, enti nazionali e comunali, Conservatorio di Santa Cecilia, per la realizzazione di eventi artistici, progetti formativi ed interculturali tuttora in corso.

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