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Turchia: Hariri a colloquio col premier ed il ministro degli esteri turchi per discutere della crisi siriana

Dar al-Hayat (22/12/2011). L’ex-premier libanese Sa’ad al-Hariri ha incontrato il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan nella sua residenza di Ankara per una serie di colloqui. I temi toccati dai due politici vertevano – stando a una nota dell’ufficio stampa di Hariri – “sugli ultimi sviluppi regionali ed internazionali”. Al suo arrivo ad Ankara, avvenuto qualche giorno prima, Hariri ha incontrato anzitutto il ministro degli esteri turco Ahmet Davutoglu. Col ministro ha intrapreso una lunga riunione focalizzata sui “temi di carattere generale della regione, gli sviluppi nella crisi siriana e i rapporti bilaterali turco-siriani”. Il tema della crisi in Siria è stato ripreso poi anche alla presenza del premier turco Erdogan, soprattutto alla luce della recente “firma al protocollo proposto dalla Lega Araba”. Per il ministro Davutoglu, “ci sono oggi, nella regione, cambiamenti tali da prevedere per noi la necessità di consultarci”. I cambiamenti sono da lui descritti come “storici”, nel senso che “stanno cambiando il corso della Storia orientandolo verso il raggiungimento degli obiettivi voluti dai popoli”. Citando gli esempi delle elezioni tunisine e della messa in moto di un cambiamento libico ed egiziano, ha aggiunto che “è venuto il tempo per il popolo siriano di realizzare i suoi scopi di democrazia e trasparenza”.

 

A tal riguardo, Davutoglu ha parlato del protocollo firmato di recente dal ministro degli esteri siriano Walid Mu’allem. “La Turchia ha invitato la Lega Araba a presentare l’iniziativa, partecipando in prima persona agli incontri della Lega al Cairo e in Marocco nei quali il testo definitivo era in corso d’opera. Il nostro Paese metterà il massimo dello sforzo perché l’iniziativa riesca con successo, tutelandola e monitorandone i miglioramenti”. In riferimento ai recenti bagni di sangue in Siria  ha poi commentato: “Sfortunatamente devo ricordare che anche dopo la firma del protocollo, centinaia di cittadini siriani sono stati uccisi, e questo è davvero inaccettabile”. Per il ministro “la missione prioritaria e più pressante della Lega Araba” è proprio quella di “far cessare questo spargimento di sangue (…) e speriamo di riuscirci non il più presto possibile, ma immediatamente”.

 

Da parte sua, l’ex-premier libanese Sa’ad Hariri, ha riferito di avere “una visione ben precisa di ciò che sta avvenendo in Libano ed anche in Siria”. Ha poi sottolineato come “la firma del protocollo sia coincisa con il violento inasprirsi delle uccisioni”. Hariri ha toccato questo tema in quanto tra le sanzioni inserite nel protocollo c’è proprio quella relativa al cessare lo spargimento di sangue: “Sarebbero stati passi davvero positivi, ma nella realtà non li abbiamo visti compiere”. Per l’ex-premier il problema è che “alcuni, e tra questi lo stesso Mu’allem, hanno interpretato il protocollo solo alla luce dell’invio di osservatori in Siria. Ma gli osservatori cosa controllano in fondo? Anzitutto proprio che l’uccisione di civili e le violenze a loro carico non si prolunghino oltre. E poi che i detenuti vengano scarcerati”. Si è detto a tal riguardo d’accordo col pensiero espresso dall’emiro Sa’ud al-Faisal nel corso del vertice del CCG (Consiglio di Cooperazione del Golfo), secondo il quale “la firma non è legata solo all’accettare l’invio degli osservatori, ma comprende tutti i punti espressi dalla Lega Araba”.