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Perché il Papa difende i musulmani e lo sceicco di Al-Azhar difende il divorzio?

Ahmed al-Tayeb
Le dichiarazioni del Papa e degli Ulema di Al-Azhar: un paradosso secondo al-Quds.

L’opinione di Al-Quds. Al-Quds al-Arabi (10/02/2017). Traduzione e sintesi di Emanuela Barbieri.

Negli ultimi giorni, ci sono state due posizioni dichiarate nei confronti di questioni politiche e sociali da parte di due alte autorità religiose: una musulmana e l’altra cristiana.

Il primo discorso è stato in difesa della minoranza Rohingya (i musulmani del Myanmar) con le seguenti parole: “cacciati via dal loro paese, vanno da una parte all’altra perché nessuno li vuole. È gente buona, pacifica: sono buoni, sono fratelli e sorelle! È da anni che soffrono: sono stati torturati, uccisi, semplicemente per portare avanti la loro tradizione, la loro fede musulmana”.

La persona che ha tenuto questo discorso non era lo Sceicco di Al-Azhar, il grande imam Ahmed al-Tayeb, considerato un importante riferimento dell’islam sunnita, ma Papa Francesco, il capo della Chiesa cattolica, che ha chiesto ai suoi seguaci di pregare per coloro che sono oppressi in Myanmar e, per non fare confusione a riguardo, ha aggiunto: «essi non sono cristiani, ma sono brave persone». Nella stessa logica, che va aldilà della visione ristretta di chi difende la costruzione dei muri, il Papa ha detto che un uomo con tali punti di vista «non è un cristiano» in chiaro riferimento al nuovo presidente americano.

L’altra posizione è quella rappresentata dalla Dichiarazione degli Ulema (dottori della religione) di Al-Azhar: «il divorzio orale non necessità di essere documentato». Questa dichiarazione arriva pochi giorni dopo la richiesta del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, in un discorso in cui era presente lo sceicco di Al-Azhar, di validare il divorzio per via orale solo se è accompagnato da documentazione scritta. Tale atteggiamento è stato considerato una vera frattura tra il presidente egiziano e lo sceicco di al-Azhar.

Sembra di essere davanti a un grande paradosso: c’è il Papa che non esita ad affrontare il presidente della nazione più potente e più ricca della terra criticando le sue opinioni e le azioni politiche che stanno cercando di costruire muri tra popoli e religioni, difendendo la minoranza musulmana per le ingiustizie che subisce. Dall’altra parte troviamo lo sceicco di al-Azhar, che conosce non solo le grandi ingiustizie che subiscono i Rohingya, ma segue quelle quotidiane che vivono gli egiziani da quando è arrivato al-Sisi al potere, il che ha significato la perdita di centinaia di vite nelle Piazze «Rabi’a al-‘Adawiyya» e «al-Nahda» al Cairo con tanta gente messa ingiustamente in galera, eppure lo Sceicco non ha trovato argomento migliore per entrare in conflitto con il presidente egiziano che quello del “divorzio orale”!

Possiamo, certamente, trovare giustificazioni per lo sceicco di Al-Azhar, che si trova in una posizione di debolezza di fronte a al-Sisi. Quest’ultimo mira a togliere prestigio ad Al-Azhar, ultimo baluardo di indipendenza e dignità in Egitto.

La verità, tuttavia, che deve essere detta, è che lo Sceicco di Al-Azhar ha scelto il luogo e l’argomento sbagliato per difendere la sua autorità. Oggi tutto l’Egitto sta vivendo un momento difficile, affrontare il responsabile di questa situazione, il presidente al-Sisi, non passa sicuramente opponendosi alla richiesta sul “divorzio orale” ma sottolineando con coraggio il livello di ingiustizia e la mancanza di rispetto dei diritti e della vita decente di tutto un paese con i suoi musulmani e cristiani.

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