Anche quest’anno Reporter Senza Frontiere (RSF) ha pubblicato sul suo sito online la classifica mondiale della libertà di stampa. Il rapporto, pubblicato annualmente dal 2002, è un importante strumento di difesa basato sul principio della concorrenza tra Stati.
Si tratta di una lista di 180 paesi, stabilita secondo il criterio del grado di libertà di cui godono i giornalisti. È una fotografia della situazione della libertà di stampa, sulla base di una valutazione del pluralismo, dell’indipendenza dei media, della qualità del quadro giuridico e della sicurezza dei giornalisti in questi paesi. Non è una classifica delle politiche pubbliche dunque, anche se i governi hanno naturalmente una responsabilità importante.
Per quanto riguarda il mondo arabo, incontriamo la Tunisia al 96esimo posto, seguita dal Libano al 98esimo. La Tunisia, che nel 2015 era al 126esimo posto, è salita di ben 30 posizioni. Per quanto riguarda il Maghreb però, Tunisia a parte, gli altri Paesi hanno perso delle posizioni rispetto allo scorso anno. L’Algeria, al 129esimo posto quest’anno, ha perso ben 10 posizioni rispetto al 2015; il Marocco ne ha persa una, passando dal 130esimo al 131esimo; la Libia ne ha perse altre 10 (dal 154esimo al 164esimo posto).
La situazione peggiora quando ci avviciniamo ai paesi del Medio Oriente. La Palestina è una nota positiva, guadagnando ben 8 posizioni dall’anno precedente (al 132esimo posto nel 2016), così come la Giordania (dal 143esimo del 2015 al 135esimo del 2016). La Turchia (151) e l’Iraq (158) hanno perso due posizioni mentre l’Egitto (159) ne ha persa una. In fondo alla classifica troviamo invece lo Yemen al 170esimo posto e la Siria, al 177esimo.