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Il Medio Oriente: dove la libertà di stampa muore

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Il nuovo rapporto di Reporter Senza Frontiere mostra come la regione si è classificata come la peggiore in quanto a libertà di stampa negli ultimi 12 mesi

Di Robert Cusack. The New Arab (26/04/2017). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Il mondo è entrato in una nuova era di “post-verità, propaganda e repressione delle libertà”, come dichiarato dal nuovo rapporto sulla libertà di stampa pubblicato da Report Senza Frontiere (RSF).

Il World Press Freedom Index 2017 ha infatti mostrato che la condizione della libertà di stampa in tutto il mondo, specialmente in Medio Oriente, è peggiorata notevolmente negli ultimi 12 mesi. “La libertà dei media è diminuita ovunque il modello autoritario ha trionfato”, ha dichiarato la RSF in un comunicato.

Il Medio Oriente ha strappato all’Asia Centrale e all’Europa Orientale il titolo di peggiore regione del mondo in quanto a libertà di stampa: i suoi Paesi (Israele compreso) occupano gravitano intorno ai posti dal 145° al 180°. Il Paese con la migliore performance è stato la Mauritania, al 45° posto, che è però sceso di 7 posizioni rispetto al 2016. La Siria ha invece rappresentato il caso peggiore della regione: è nella top five dei peggiori Paesi al mondo, battuta da Turkmenistan, Eritrea e Corea del Nord. La Siria è stata etichettata come il Paese più letale nel mondo per i giornalisti nel 2016, considerando che ne sono morti 19 su 57.

Quanto alla Turchia, che è considerata tra i regimi più oppressivi insieme a Russia, Bielorussia, Pakistan e Birmania, è scesa in classifica di 4 posizioni ponendosi al 155° posto. Definita “la più grande prigione per giornalisti al mondo”, nell’ultimo anno la Turchia ha fermato e processato centinaia di giornalisti, spesso con accuse di terrorismo. “Dal luglio 2016, le autorità turche hanno imprigionato circa 100 giornalisti senza processo, hanno chiuso 149 giornali e simili, revocato 775 tesserini stampa, ritirato passaporti di giornalisti e sequestrato i loro beni senza giustificazione”, ha indicato la RSF in una lettera aperta alla premier britannica Theresa May.

Inoltre, già nel novembre 2016, la RSF aveva pubblicato un rapporto sui “predatori delle libertà di stampa”, tra i quali spiccavano molti leader arabi. In particolare, l’egiziano Abdel Fattah al-Sisi, il sudanese Omar al-Bashir, il re saudita Salman, Hamed bin Isa al-Khalifa del Bahrein e il siriano Bashar al-Assad sono stati accusati di diffondere disinformazione per poter mandare avanti le loro dittature.

Robert Cusack è un giornalista esperto di Medio Oriente e redattore presso The New Arab.

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