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Libertà di stampa nel mondo arabo: la classifica di Reporter Senza Frontiere

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libertà stampa 2014 RSF (Agenzie). Anche quest’anno, l’organizzazione Reporter Senza Frontiere (RSF) ha pubblicato il suo rapporto annuale sulla libertà di stampa, mirato a misurare l’impatto dei conflitti politici e delle questioni sociali sulla libertà d’espressione nei 180 Paesi di tutto il mondo.

Secondo il rapporto relativo al 2014, i Paesi del Maghreb hanno registrato in media uno sviluppo positivo in termini di libertà di stampa. La Tunisia è quello ad aver fatto più passi in avanti, guadagnando cinque posizioni rispetto allo scorso anno (133ª); anche l’Algeria ha guadagnato qualche posizione in più, precisamente quattro, collocandosi al 121° posto; quanto al Marocco, la sua posizione è rimasta stabile (136ª). Unica eccezione della regione maghrebina è la Libia, la cui sempre più critica condizione interna le ha fatto perdere ben sei posizioni rispetto al 2013.

La situazione è meno rosea quando ci si avvicina ai Paesi del Medio Oriente, che hanno registrato una tendenza generale di peggioramento rispetto al rapporto dell’anno precedente; tuttavia, non mancano i casi positivi. Il peggiore è quello del Bahrein, che ha perso ben 14 posizioni in termini di libertà di stampa, scendendo al 91° posto. Seguono la Giordania, con meno sette posizioni (141ª), il Libano, meno cinque (106°) e gli Emirati Arabi Uniti, con meno quattro posti (118°). Siria, Arabia Saudita ed Egitto hanno perso una sola posizione, ma tra i tre Stati la Siria è il Paese arabo ad occupare posizione più bassa di tutto il mondo (177ª).

Quanto ai casi positivi nella regione mediorientale, il migliore salto di qualità lo ha compiuto la Palestina, che ha guadagnato ben otto posizioni (138ª), seguita subito dopo dall’Oman, che ne ha guadagnate sette (134°). Anche Bahrein e Yemen hanno fatto dei passi avanti, conquistando due posizioni in più, guadagni che tuttavia non riescono a farli uscire dall’intervallo degli ultimi 10 Paesi della classifica a livello mondiale.