Di Zouheir Kseibati. Al-Hayat (20/01/2016). Traduzione e sintesi di Carlotta Castoldi.
Dopo dieci anni della nascita dell’alleanza tra Hezbollah e il Movimento Patriottico Libero capeggiato dal generale Michel Aoun, è nata un’alleanza tra quest’ultimo e il leader del partito Forze Libanesi, Samir Geagea, tramite la sua recente nomina dell’ex rivale alla presidenza della Repubblica.
E se il cosiddetto “golpe cristiano” rafforza le ipotesi di una preoccupazione comune per la sorte dei cristiani in Libano, apparendo come un ponte di riconciliazione tra il Generale e Geagea in questa fase di trasformazione a livello regionale, è però certo che la nuova alleanza tra i due uomini non significhi automaticamente che il leader delle Forze Libanesi sia diventato partner anche di Hezbollah.
Pertanto, ci si potrebbe legittimamente chiedere cosa ci sia dietro l’audacia di Geagea nel nominare il suo rivale, che ha da sempre considerato un sostenitore della sottomissione del Libano alla volontà iraniana tramite l’assicurazione di una copertura cristiana alle più importanti decisioni prese da Hezbollah. Vero è che Geagea occuperebbe la posizione di socio primario, qualora Aoun venisse eletto presidente del Libano, e che avrebbe fatto un sacrificio per salvare la posizione della presidenza vacante da lungo tempo, ma la sua decisione è venuta probabilmente solo per mettere in difficoltà l’ex presidente del governo, Saad Hariri, che ha fatto trasalire tutti con la nomina alla presidenza di Suleiman Franjieh.
D’altra parte la mossa del leader delle Forze Libanesi non è sufficiente a garantire l’arrivo del Generale al palazzo della presidenza, poiché sono tutti consapevoli che il voto della coalizione del Movimento Il Futuro sarà cruciale.
È certo che l’intesa tra Hezballah e Aoun è stata tra i fattori che hanno determinato la divisione tra le forze cristiane. E sarebbe saggio aspettare ad entusiasmarsi per la nuova intesa tra i due rivali, che forse pone fine alla divisione cristiana, nel caso in cui Geagea avesse appoggiato il suo rivale semplicemente sulla base della convinzione che le sue possibilità di arrivare alla poltrona presidenziale fossero diventate praticamente inesistenti.
Ma il leader delle Forze Libanesi non ha messo in difficoltà solamente il suo ex alleato nel Movimento del 14 marzo, Saad Hariri: con l’improvvisa nomina di Aoun ha messo in difficoltà tutti, e in particolare Hezbollah, che aveva insistito a lungo sul fatto che il Generale fosse l’unico candidato. Geagea metterà alla prova la volontà del partito, per attirare tutti sulla risoluzione del fascicolo presidenziale? O si smembrerà l’alleanza tra il Partito di Allah e Aoun, se il primo rinuncerà alla nomina del Generale?
I sostenitori dell’iniziativa di Geagea, collegano la sua nomina di Aoun con l’obbligo morale verso i Dieci Principi emanati da Dar al-Fatwa nel 1983. L’importante, secondo questa visione, è attenersi all’accordo di Taif, e alla parità, senza bisogno che una nuova assemblea costituente formuli un diverso sistema politico per il Libano. Tra i sostenitori della nomina da parte di Geagea del generale Aoun, c’è chi vede inoltre due possibilità che concorrono ad un potenziale ritiro di Hezbollah dalla Siria: o che il partito si astenga dal sostenere Aoun all’ultimo momento, e in questo caso l’alleanza delle Forze libanesi con il Movimento Patriottico Libero, darebbe corpo ad una forza cristiana capace di rifiutare le proposte dell’assemblea costituente della repubblica, o che il partito faciliti la traversata del Generale verso il palazzo della presidenza.
Zouheir Kseibati è uno scrittore e un giornalista libanese.
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