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Iraq: nuovo inno nazionale e nuova bandiera in stand-by

Iraq

Di Dina al-Shibeeb. Al-Arabiya (11/05/2015). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello.

Dopo aver ricevuto il Comitato per la cultura e per i media e il suo capo Maysoon al-Damulji, il presidente iracheno Fouad Massoum ha sottolineato l’importanza di avere un nuovo inno nazionale ed una nuova bandiera. Tuttavia, Damulji ha detto che non c’è un lasso di tempo definito e che la questione per ora è stata messa in stand-by, non essendo questo il momento giusto secondo i leader dei vari blocchi politici.

Nel 2004, era stato tenuto un concorso per disegnare la nuova bandiera irachena, con tanto di comitato direttivo. Tuttavia, secondo Dalmulji, la leadership parlamentare non aveva dato alcun seguito alle raccomandazioni del comitato. Ora, l’intento è quello di ripassare in rassegna quel lavoro, eppure, sempre secondo la stessa Dalmulji, non sarebbe necessario scegliere una nuova bandiera.

Gli iracheni sono stati divisi sull’inno nazionale e la bandiera da adottare sin dalla caduta del defunto presidente Saddam Hussein nel 2003. Alcuni detrattori hanno asserito che la bandiera irachena cerca di rappresentare il nazionalismo arabo, lodato da Saddam Hussein, escludendo la principale minoranza non araba del Paese. Per altri, invece, rappresenta la brutalità di Saddam Hussein durante i suoi 24 anni al potere.

Il vecchio inno nazionale iracheno, “La Terra dei Due Fiumi”, adottato nel 1981 e sospeso nel 2004, conteneva strofe belligeranti a sostegno del partito Baath che avevano fatto arrabbiare coloro che erano stati emarginati dal partito autoritario che aveva governato l’Iraq sotto lo slogan “Unità, Libertà e Socialismo”. Per colmare il gap, “Mawtani” (“La mia terra”), scritto dal palestinese Ibrahim Toqan nel 1934 e composto dal libanese Mohammed Flayfel, fu scelto come inno nazionale dell’Iraq subito dopo la caduta di Saddam Hussein, ed è ancora vigore.

Oggi, come sostiene Rasha Alaqeedi, un ricercatore iracheno che lavora a Dubai, le preoccupazioni del governo sono focalizzate, più che sulla bandiere, su sicurezza e Daesh (ISIS). Alaqeedi ha detto che nel 2004 si parlò di cambiare la bandiera e fu un affare cruciale soprattutto per i sunniti arabi, poiché l’idea di cambiare la bandiera aveva offeso molti. 

Come molti Stati arabi, ad esempio Siria, Egitto, Yemen, Emirati Arabi Uniti, Algeria, Kuwait, Sudan, la bandiera irachena è composta da rosso, bianco e nero e contiene le tre stelle che rappresentano la desiderata unificazione araba di Saddam Hussein. Tuttavia, le stelle sono state rimosse nel 2008 giacché rimandavano anche al Baath ed erano state respinte da curdi e sciiti.

Mentre Damulji ha detto che non c’è “disaccordo politico” dal momento che la questione “non è oggetto di dibattito” al momento, nell’ultimo round  di discussioni si è parlato della scelta di un nuovo inno nazionale, e sono state proposte tre celebri poesie di poeti iracheni.

“Non ci sono stati disaccordi sui contenuti delle poesie”, ha detto Damulji, “ma sulla questione di tradurle in altre lingue, tra cui curdo, turcomano e siriaco. Naturalmente, si vuole un Iraq stabile con un inno che unisca tutti gli iracheni e i loro diversi background, ma probabilmente ci vorrà ancora del tempo perché questo accada”.

Dina al-Shibeeb è una giornalista irano-canadese che scrive per Al-Arabiya.

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