Di Mona Abdel Fattah. Al-Araby al-Jadeed (11/06/2018). Traduzione e sintesi di Cristina Tardolini
In questi giorni è in corso un intenso dibattito tra i tribunali e le istituzioni legali del Sudan, circa la proposta del Ministero della Giustizia al Parlamento che chiede la firma e la ratifica della Convenzione sull’Eliminazione di tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne (CEDAW). Un accordo adottato già nel dicembre 1979 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite ed entrato poi in vigore nel 1981.
La pressione è sostenuta da attivisti, organizzazioni della società civile e dei diritti umani e infine dal Congresso Nazionale (NCP), che raccomanda ai suoi leader di firmare rapidamente la convenzione. Il regime è riluttante ad estendere piccole libertà e ha annunciato che non firmerà la convenzione CEDAW.
Il concetto di femminismo in Sudan è limitato alla sua struttura politica, affermando che la disuguaglianza di genere è alla base della disuguaglianza strutturale tra donne e uomini, il che ha reso le donne socialmente escluse. Le differenze di genere non sono il risultato di una necessità biologica, ma sono causate dalla struttura culturale della differenza di genere. L’atteggiamento della cultura sudanese in generale si contraddice, in quanto da una parte incoraggia i ruoli attivi delle donne, facendo pressione sui loro diritti, e dall’altra invece ne denuncia, ad esempio, la produzione intellettuale e politica. I sostenitori della Convenzione ritengono che ci siano articoli che rendono il Sudan attivo all’interno del sistema globale coerentemente con le leggi internazionali, specialmente perché il paese è impegnato nella maggior parte delle convenzioni internazionali delle Nazioni Unite, e non ratificando il CEDAW, il Sudan sta violando i diritti delle donne. Gli oppositori credono che la firma della Convenzione sia un crimine e un tradimento contro la nazione sudanese, come affermato da Muhammad Ali al-Jazouli.
Vi sono molte difficoltà nel conciliare la legislazione nazionale con l’attuazione dei principi CEDAW, i quali stabiliscono che la discriminazione contro le donne viola i principi di pari diritti e rispetto della dignità umana, e impedisce l’equa partecipazione delle donne alla vita politica, sociale, economica e culturale. In passato il Sudan ha respinto accordi simili, come la dichiarazione della Conferenza sulla popolazione e sviluppo del Cairo del 1994, poiché questa ha portato da una parte il desiderio di rispettare la legittimità internazionale dei diritti umani e dall’altra il tenere conto della specificità culturale e sociale della società sudanese. Condizioni simili esistono ancora per le donne nei paesi arabi, anche se non dobbiamo dimenticare il Vertice arabo a Tunisi del 2004, che ha incoraggiato importanti riforme dall’interno per migliorare la condizione della popolazione femminile.
Mona Abdel Fattah è una scrittrice e giornalista sudanese.
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