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Le tensioni all’interno della comunità sunnita libanese

Marco Di Donato

Alcuni scontri nei pressi di Sabra circa 25 giorni fa, poco distante dal centro di Beirut, ed una guerra cielo aperto contro gli alawiti di Tripoli. C’è una tensione palpabile all’interno del mondo sunnita libanese.

Al-Mustaqbal è indeciso sul come affrontare questo difficile momento storico, mentre si moltiplicano le voci più radicali ed estremiste, con la corrente di Hariri che deve decidere se seguirle o ignorarle, se andare verso una forma di militanza puramente islamista o rimanere nell’ambito liberale che da sempre gli è proprio. Al-Mustaqbal si allontanerà dalla borghesia sunnita che da sempre è il suo elettorato di riferimento o le rimarrà fedele anche a costo di sacrificare parte di quell’elettorato sensibile alla retorica più radicale? I morti siriani stanno avendo l’effetto di radicalizzare il mondo politico sunnita con i libanesi alla ricerca di una risposta sempre più forte e decisa da parte dei loro rappresentanti politici.

Le voci di personaggi come Shadi al-Mawlawi e Shaykh Ahmed Assir sono fra le più ascoltate fra il popolino sunnita il quale appare estremamente convinto delle loro argomentazioni. Anche perché la situazione in Siria sembra peggiorare con il trascorrere dei giorni.

Un libanese sunnita rapito ad Akkar ed in risposta quattro alawiti ed uno sciita sequestrati in una zona di confine con la Siria. Il Libano sembra in questo riscoprire le pagine più buie della sua guerra civile anche se Beirut ed il Sud sembrano rimanere aree piuttosto calme sebbene non indifferenti rispetto a ciò che accade tutto intorno.

La crisi siriana sta dunque sortendo un duplice effetto: polarizzare la politica libanese e radicalizzare la comunità sunnita locale, la quale avverte una forte solidarietà intra-confessionale con i sunniti siriani. La situazione è tuttavia ancora calma e nessun segnale sembra far presagire lo scoppio di una violenza su larga scala in tutto il Paese. Tuttavia molto dipenderà dalle sorti di Assad e dei suoi alleati. Dal loro destino dipende inevitabilmente anche quello di tutto il Libano.