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Il primo database di lingua araba: oltre 700 milioni di parole arabe online!

Ricordo di Samarcanda, di Kaled al-Saai, artista siriano
Ricordo di Samarcanda, di Kaled al-Saai, artista siriano
Ricordo di Samarcanda, di Kaled al-Saai, artista siriano

(Asharq AlAwsat 27/07/2013). Una cifra da capogiro: oltre 700 milioni di parole arabe costituiscono il primo database di lingua araba online. L’iniziativa si deve alla King Abdul City for Science and Technology di Riyadh ed il suo supervisore è Mansour Mohammed al-Ghamdi, già direttore del programma nazionale per i contenuti digitali. “Il database incarna il progetto di usufruire di contenuti culturali che pongano la lingua in forme testuali narrative, poetiche e così via” dice al-Ghamdi dell’ambizioso piano, definendolo un tentativo di invertire la tendenza al declino della lingua araba nel mondo.

La lingua araba viene descritta dal direttore come una lingua “che esiste da più di 1600 anni – è una delle lingue più antiche ad essere ancora viva ed ampiamente utilizzata”, e che non è stata sfruttata a dovere in ambito tecnico. Il ritardo linguistico in questo senso viene spiegato da al-Ghamdi come in parte dovuto anche alla mancanza di un database dedicato alla lingua araba. Ricercatori, studenti e linguisti trarranno numerosi vantaggi dalla creazione di questo prezioso database, che è completamente gratuito e aperto a tutti.

Il progetto, lanciato alla fiera del Libro di Riyadh nel 2012, viene portato avanti da quattro anni e ha tre punti di forza principali:

1) La Storia: le parole vengono classificate storicamente, sia che provengano dalla lingua araba della poesia e delle mu’allaqat, sia che facciano parte di discorsi dell’epoca pre-islamica o dei giorni nostri. Si potrà così seguire l’evoluzione della lingua araba dalla Jahiliyya fino all’avvento dell’Islam e ai periodi intermedi, arrivando fino a noi.

2) La Geografia: i testi seguono un modello geografico, da cui si può valutare quanto materiale provenga da una certa regione geografica del mondo arabo come Arabia Saudita, Egitto, Tunisia, Iraq, Sudan, e del resto del mondo come gli altri Paesi dell’Africa, l’America, la Cina e l’Europa.

3) Il Contenuto: ogni ambito della conoscenza ha un posto specifico nel database, dalla fisica alla chimica, dalla letteratura alle scienze religiose e così via. Chi sia interessato per esempio alla fisica, potrà comprendere quali parole vengono usate nei testi scientifici, apprendendone la terminologia specifica.

Inoltre il database ha spazi riservati ai libri, alle riviste, ai giornali e ai siti web: i lettori potranno risalire alle origini delle parole arabe e seguirne l’iter completo dalla nascita al loro uso attuale. Vale la pena ricordare che la lingua araba è una delle lingue più parlate al mondo: più di 422 milioni di persone ne fanno largo uso sia nel mondo arabo che in Paesi come Senegal, Eritrea, Iran e Turchia.

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Claudia Avolio

8 Comments

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  • Non sono un po’ tante?
    In 1400 anni hanno prodotto una media di mezzo milione di parole nuove l’anno?
    Considerato che ci ho messo una vita per imparare una parte del 140 mila parole italiane rinuncio già da ora ad affrontare I nuovi arrive dell’anno prossimo!

    • Ahahah, hai ragione Dario! Io credo si riferisca ai significati (e ai contesti) di ogni parola, già ogni radice può dare vita a 30 parole, figurati se considerano tutti gli usi per ambito, spazio e tempo. Per esempio: casa, la casa editrice, la casa in epoca Abbaside, la casa in Tunisia, ecc. e quindi ogni parola diventa infinita! (: Dall’articolo che ho tradotto credo che l’idea di fondo sia questa, quindi non scoraggiarti, in realtà risparmierai: imparando una parola sola, ti si apriranno caterve di mondi! Continuiamo a contare, dai! Yalla! (:

    • Ma nooo 🤣🤣
      È perché ci sono tanti dialetti dovresti imparare l’arabo classico e così potrai parlare in tutti i paesi arabi e ti capiranno in realtà è facile l’arabo basta un po’ di impegno insomma

  • Gentile Claudia, ti ringrazio. Ho anche consultato il sito ufficiale di Mansour Mohammed al-Ghamdi dove però, nella sezione dedicata ai progetti del KACST, non ho trovato alcun riferimento al database. Forse ho tralasciato qualcosa.
    Questo è il sito in questione: http://www.mghamdi.com/
    Nel caso in cui non si ottengano riposte lo contatterò personalmente; il progetto sembra decisamente interessante e promette importanti sviluppi.

    Cordialmente,
    Eleonora