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I rifiuti a Yarmouk e l’abbraccio di Jafra che li porta via

Una delle parole usate per i rifiuti in arabo, zubāla, viene da un verbo, zabbala, che significa concimare. Pulire le strade di Yarmouk dai rifiuti e dalle macerie attiva nella mia mente anche ciò che questa radice araba porta con sé: zibl, il concime, come se quelle strade ricevessero dal gesto di essere alleggerite dai rifiuti una nuova sostanza. Qualcosa che le farà crescere meglio in questo loro tornare libere seppure nell’assedio. E questo avviene, per me, nell’abbraccio che le ruspe [a me hanno fatto pensare a “Il pianto della scavatrice” di Pier Paolo Pasolini] si prodigano di dare ai rifiuti e alle macerie per portarli via.

Quella poesia di Pasolini nel suo incipit che non dà scampo: “Solo l’amare, solo il conoscere / conta, non l’aver amato, / non l’aver conosciuto. Dà angoscia / il vivere di un consumato / amore. L’anima non cresce più” – viene ora per me a contatto

con una forza opposta, rigeneratrice, che proprio perché Jafra rinnova di continuo i suoi sforzi nelle strade di Yarmouk quell’anima che non cresce più riprende a svilupparsi, appena è libera dai rifiuti.

Ai ragazzi di Jafra e al concime di idee che il loro impegno dona alle strade di Yarmouk va questo breve dialogo che vuole essere solo un lieve controcanto al loro splendido lavoro e amore per il campo.

Cluadia 21 mag Jafra 1“La fondazione Jafra è impegnata nella pulizia di Yarmouk da quando il comune ha interrotto le attività all’inizio del 2013. Da allora, il team di Jafra lavora per ripulire il campo dalla spazzatura e dalle macerie accumulate, per proteggere i cittadini da ogni tipo di malattia che potrebbe vederli vulnerabili a causa di questo accumulo di rifiuti nelle strade.

Jafra continuerà a lavorare nel campo per aiutare le persone perché noi apparteniamo alla gente vulnerabile di tutte le strade.

OGNI VOLTA CHE LA MORTE CI CIRCONDA

NOI SCEGLIAMO DI CELEBRARE LA VITA

Jafra continuerà fino alla fine.”

(dal video di Jafra Foundation)

“Su tutto puoi scavare, tempo: speranze

passioni. Ma non su queste forme

pure della vita…”

(da “Il pianto della scavatrice” (1956) – Pier Paolo Pasolini)

Uniti nell’abbraccio:

zubāla (i rifiuti) e jarrāfa (la ruspa)

jarrāfa (la ruspa): Dobbiamo andare.

zubāla (i rifiuti): Siamo pronti.

jarrāfa (la ruspa): Non dimenticherete.

zubāla (i rifiuti): Mai. I loro gesti come un calco in questa calce.

jarrāfa (la ruspa): Anche dopo che è crollata.

zubāla (i rifiuti): Conosce tutti i nomi di chi l’ha colpita.

jarrāfa (la ruspa): E i volti di chi avrà cura dei suoi figli. Dei muri che verranno.

zubāla (i rifiuti): Abbiamo conosciuto le strade. Sentito tutto. Tutto.

jarrāfa (la ruspa): Devo portarvi via. Per loro.

zubāla (i rifiuti): Perché sei l’anima che trasforma il peso in spazio. Il tuo braccio a sollevarci è l’ultima accusa. Noi la tua mano alzata, a chiedere la parola. Per chi l’ha perduta.

jarrāfa (la ruspa): Portarvi via da qui è la mia libertà che ritrova la strada di casa.

Claudia 21 mag Jafra 2zubāla (i rifiuti): Dagli angoli dei marciapiedi desideravamo essere alberi e non potevamo. Con rami pesanti di buste nere ci allungavamo col vento verso il cielo. Per cercare un varco, dicendo “Siamo qui”.

jarrāfa (la ruspa): Ora che ve ne andate, la vita prova a tornare più vicina alle caviglie.

zubāla (i rifiuti): Chiede di essere ascoltata. E non ha paura.

jarrāfa (la ruspa): Loro devono temerla, loro che la scacciano.

zubāla (i rifiuti): Perché lei è ancora qui. Tu la partorisci spingendoci lontano.

jarrāfa (la ruspa): Partendo tracciate un segno, il cibo per il seme. Crescono percorsi dopo il vostro ritiro.

zubāla (i rifiuti): Ali di polvere leggera, il pulviscolo ritorna luce e non fa più ammalare.

jarrāfa (la ruspa): Col fiato delle strade che tornano in superficie dopo una lunga apnea.

zubāla (i rifiuti): Ti chiamavamo, e abbiamo visto arrivare i tuoi ragazzi.

jarrāfa (la ruspa): Coi loro sforzi, col contagio delle idee, ho saputo che non sarei rimasta ferma. Che ogni strada era in attesa della nostra corsa.

zubāla (i rifiuti): Allevano con te queste vie. Nella lotta delle braccia che sconfiggono l’incuria.

jarrāfa (la ruspa): Il sole verrà a sedersi qui, nel posto che occupavate.

zubāla (i rifiuti): Mentre ci allontani lo spazio si presta a offrire una possibilità.

jarrāfa (la ruspa): È in questo nostro abbraccio che la strada si rigenera.

zubāla (i rifiuti): Quella percorsa dai tuoi ragazzi, quella che non lasceranno sola.

jarrāfa (la ruspa): Qualunque cosa accada, loro ne avranno cura.

 

Claudia Avolio

 

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