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Daaafish: Fumettisti iracheni prendono di mira Daesh

Di Oriol Andrés Gallart. Middle East Eye. (09/12/2015). Traduzione e sintesi di Ismahan Hassen.

Nella loro vita di ogni giorno svolgono delle professioni assolutamente normali ma oltre a ciò e al di fuori di queste, operano come cyberattivisti senza che nessuno sappia chi sono. Daaafish è un collettivo di 15 persone che attraverso delle vignette satiriche, prende in giro la corruzione politica percepita, le ingiustizie sociali presenti e il califfato dello Stato islamico. Scegliendo come nome il termine ‘Daaafish’, che significa “sgonfiarsi” in arabo, e che è anche un gioco di parole con l’arabo “Daesh” (ISIS), otto mesi fa i cyberattivisti hanno deciso di fare la loro parte per costruire un futuro pacifico per l’Iraq, utilizzando gli strumenti che conoscevano meglio: una penna e il senso dell’umorismo.

Da quando Daaafish ha cominciato a lavorare, circa otto mesi fa, il collettivo ha pubblicato 10 vignette settimanali, trattando Daesh e corruzione nel sistema politico iracheno come due facce della stessa medaglia. Ricevendo informazioni e notizie da famigliari e da amici sparsi in tutto il paese, il collettivo è poi in grado di riprodurre queste informazioni in vignette, che poi diventano testimonianze e forme di documentazione storica.

In questo modo, Daaafish ha, per esempio, documentato il fatto che la polizia irachena possa punire le donne che non indossano i guanti neri in pubblico, mordendo loro le mani, spesso addirittura indossando protesi in acciaio con zanne affilate per rendere il morso più profondo. Le vignette vengono diffuse attraverso gli account Facebook e Twitter del collettivo e poi condivisi da una vasta rete di pagine Facebook irachene e di siti web sebbene l’Iraq abbia uno dei tassi di penetrazione internet più bassi della regione. Proprio attraverso il suo account Facebook, Daaafish ha ovviamente ricevuto frequenti minacce e messaggi aggressivi da pagine e profili personali pro-Daesh.

In questo senso, l’età romantica della resistenza digitale è ormai finita, a causa della sorveglianza e degli impedimenti tecnologici che mettono in pericolo tutto il collettivo. Nonostante i canali di trasmissione di Daaafish siano basati al di fuori dell’Iraq, per la sicurezza o per ragioni economiche, anche all’estero i cyberattivisti hanno paura di quello che potrebbe accadere ai loro cari ancora in Iraq.

Le vignette che generano la maggior parte il sostegno, spesso sostengono l’unità irachena o esaltano le virtù dell’esercito iracheno come una forza unificante, paradossi in un Paese profondamente diviso e dove il settarismo ha favorito anche la corruzione, che a sua volta ha portato al fallimento dello Stato iracheno nel fornire ai suoi cittadini perfino servizi primari come l’elettricità e il regolare approvvigionamento di acqua. In questo contesto, la gente non può immaginare né proiettare qualcosa di positivo, non vede via d’uscita, ma laddove Daesh vuole promuovere una cultura della paura, il collettivo Daaafish cerca di promuovere la cultura del vivere e del vivere insieme.

Oriol Andrés Gallart è un giornalista e documentarista di Beirut. Attualmente lavora come libero professionista come membro del Contrast Journalist Group e allo stesso tempo co-coordina la scrivania Internazionale della rivista Directa.

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