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nazih metwalli
Dal blog In poche parole di Zouhir Louassini

Di Zouhir Louassini. Osservatore Romano (2/03/2017).

Alla fine è tutta una questione di narrazioni e di visibilità. In tempi dove la menzogna si fa chiamare post-verità, riportare vicende di quotidiana normalità è meno attraente di racconti imbottiti di disastri e lacrime. Quella che vi voglio raccontare qui è una di quelle storie che non interessano i media occidentali, un episodio che probabilmente non fa audience: la storia dello sceicco Nazih Metwalli, l’Imam della moschea “Nour al-islam” di Shobra in Egitto e il suo gesto “clamoroso” di difendere il suo amore per gli amici copti.

Metwalli racconta al portale internet elwatannews.com che, mentre era al funerale del suo amico copto Munir Kamel, gli si è avvicinato un familiare di Kamel domandandogli di leggere versetti del Corano in memoria del defunto.  “All’inizio sono rimasto stupito. Questa cosa non è mai successa prima a Shobra”, dice l’imam, “dopo ho accettato perché ero convinto che è il miglior modo per rispondere a chi cerca di diffondere odio tra le due comunità in Egitto”.

Così Metwalli, per dieci minuti che si possono vedere su Youtube, ha letto versetti della Sura di Maryam. Lo sceicco ha intuito che se c’è un personaggio che unisce veramente musulmani e i cristiani è proprio quello di Maria. Certo, la versione musulmana è molto diversa da quella cristiana e a volte può sembrare anche confusa, però quello che è constatabile con chiarezza, leggendo il testo coranico, è che Maria rimane un personaggio venerato e stimato per tutti i musulmani. E questo è un fatto e non un’interpretazione.

Maryam è il nome tradizionalmente dato al 19° capitolo (sura) del Corano. Esso dispone di 98 versi ed è stato proclamato durante il periodo meccano, ovvero durante la fase iniziale della storia di Maometto, prima che lasciasse la Mecca. Le sure del meccano trattano generalmente il rispetto nei confronti di Dio, la fede, la spiritualità e le credenze islamiche.

Da sottolineare che Maryam-Maria è l’unico nome femminile citato dal Corano e, in una società tribale come quella araba del settimo secolo, in cui è il padre il riferimento per i figli, il Corano parla di Gesù trattandolo come “figlio di Maria”.

In un altro capitolo del Corano leggiamo:  «E quando gli angeli dissero a Maria:

“O Maria! In verità Dio ti ha prescelta
e ti ha purificata e ti ha eletta
su tutte le donne del creato”» (Il Corano: III, 42)

Ovvio che tra i cristiani chi si aspetta una lettura identica a quella definita dal Concilio di Efeso, per esempio, ne rimarrà deluso. Vedere però nella Madonna un’icona del dialogo tra le due religioni può servire per aprirsi gli uni agli altri. La scelta dell’imam Nazih Metwalli ha indicato, in un modo spontaneo, elementi che uniscono invece di passare il tempo a cercare solo quello che divide.

Una ultima osservazione. Ha richiamato la mia attenzione la quantità di volte in cui l’imam ha ripetuto che nessuno ha disapprovato il suo gesto, né i musulmani né i cristiani presenti al funerale. Era “meravigliato” per la risposta positiva della gente, come se seminare amore e fratellanza sia diventato una rarità che stupisce. Le grida dell’odio dominante nel mondo attuale “spaventano” chi cerca di continuare a difendere ponti che uniscono gli esseri umani. Strano! No?

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