News

Stati Uniti: Mali e Siria nel cuore del dibattito ONU

 

El Watan (27/09/2012). I dirigenti mondiali riuniti all’ONU hanno evocato, mercoledì, eventuali interventi in Mali e Siria, mentre il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad si è mostrato piuttosto moderato nel suo ultimo discorso davanti all’Assemblea generale. Dal canto suo, sul dossier siriano, il Segretario di Stato americano Hillary Clinton ha chiesto al Consiglio di sicurezza di “tentare una nuova via” per trovare un accordo, parlando di “paralisi”.

Ahmadinejad, che doveva essere l’oratore di spicco di questa seconda giornata, ha accusato l’occidente e Israele di voler “intimidire” il suo paese a colpi di sanzioni e minacce di interventi preventivi per bloccare il suo programma nucleare. Tuttavia, si è astenuto dal lanciare le sue solite diatribe, consacrando l’essenziale del suo discorso a delle considerazioni filosofiche e religiose. È stato, invece, il nuovo presidente egiziano Mohamed Morsi che ha criticato Israele denunciando “le politiche irresponsabili e le minacce arbitrarie” e il proseguimento della colonizzazione israeliana in Cisgiordania.

Durante una riunione consacrata alla crisi del Sahel, il Primo ministro del Mali, Cheikh Modibo Diarra, ha ripetuto che Bamako aspetta l’ok dell’ONU per il dispiegamento di truppe ovest-africane che l’aiutino a riconquistare il nord del paese, in mano a dei gruppi estremisti armati. La domanda è stata appoggiata da diversi responsabili africani e dalla Francia, che ha importanti interessi nel Sahel. Per quanto riguarda la Siria, invece, diversi paesi della lega araba sono d’accordo nel voler attuare un intervento militare panarabo per “far cessare il bagno di sangue”, mentre il presidente tunisino si è dimostrato favorevole a “una forza araba di mantenimento della pace”.