(Times of Israel). Nipote di Saher Habash – uno dei fondatori del partito palestinese Fatah, tra i leader della seconda Intifada e intimo confidente di Yasser Arafat – Sandra Solomon è nata da musulmana a Ramallah sotto un altro nome, ma è cresciuta in Arabia Saudita, prima di trasferirsi in Canada e convertirsi al cristianesimo.
“Sono cresciuta in una casa che odiava di ebrei, osannava Hitler e l’olocausto”, ha dichiarato la Solomon in un’intervista lo scorso mercoledì. Tatuaggio con la scritta “Israele” in ebraico sotto la nuca e stella di David al collo, è diventata una sostenitrice pubblica di Israele e spera che il popolo ebraico la perdonerà per gli insulti e la demonizzazione da parte della sua famiglia e delle persone che frequentava mentre cresceva.
Famiglia che l’ha denunciata per la sua conversione che, dice la Salomon, “non è avvenuta dal giorno alla notte” e che è stata principalmente guidata dal suo essere cresciuta in Arabia Saudita: “Indossare lo hijab è la principale ragione per cui ho lasciato l’islam. E anche per lo stile di vita sotto la shari’a [legge islamica, ndr]”, ha dichiarato durante l’intervista.
La Solomon ha detto che il suo “sogno, un giorno, è andare in Israele, alzare la bandiera e salutarla”, aggiungendo che “lo Stato di Israele è stato creato per restare, non per essere cancellato”.
Ha infine aggiunto che se suo zio fosse vivo, l’avrebbe sicuramente accusata per le sue azioni e per il suo sostegno a Israele, come hanno fatto altri musulmani e palestinesi. “Continuerò a dire la verità anche se dovesse portare alla mia morte, un giorno. Almeno saprò che ho avuto l’onore di morire per la verità”, ha concluso.
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