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Neutralizzare l’ISIS senza il permesso di Assad

Di Abdul Rahman al-Rashed. Asharq al-Awsat (06/02/2014). Traduzione e sintesi di Marta De Marino.

In risposta alla dichiarazione del ministro degli esteri siriano sulla necessità di ottenere il permesso del governo di Assad per attaccare lo Stato Islamico in Siria, il Primo Ministro britannico David Cameron, all’apertura dei lavori del vertice Nato, ha affermato: «colpiremo l’ISIS in territorio siriano e non chiederemo il permesso a nessuno, tantomeno ad un governo non legittimato». Il permesso a cui si riferiva il ministro degli esteri siriano, infatti, aveva il preciso scopo di far riconoscere la sovranità del governo di Assad, che Cameron ha drasticamente rifiutato.

Il punto focale, però, è che la distruzione dell’organizzazione terroristica ISIS non può esaurirsi con un mero bombardamento aereo, soprattutto quando le cellule terroristiche si annidano nelle città e si mischiano con la folla, strategia già attuata da al-Qaeda in Iraq negli anni passati. Quindi, come può la Nato e i paesi alleati porre fine all’ISIS solo per via aerea? Questa politica non è abbastanza efficace e probabilmente sarà un fallimento. La soluzione, innanzitutto, risiede nel trovare un’ «alleanza» con una realtà presente sul territorio siriano. Nessuno, probabilmente, sarebbe pronto a distruggere organizzazioni come l’ISIS, il Fronte al-Nusra o il movimento islamico Ahrar al-Sham, tranne uno: l’Esercito Siriano Libero, l’unica forza armata che è legittimata dal popolo siriano e ha valori civili.

La Siria, oggi, è la culla del terrorismo, non più l’Iraq. La Siria accoglie gli eserciti, gli accampamenti dell’ISIS e di altre cellule terroristiche. Pertanto, non bastano più i bombardamenti aerei, come non è più sufficiente quel supporto limitato dato all’Esercito Siriano Libero, esclusivamente per catturare i terroristi e non per rovesciare il regime di Assad. L’Esercito Siriano Libero ha come scopo l’instaurazione di un nuovo regime per tutti quei siriani che hanno lottato per liberare la loro patria dalle organizzazioni terroristiche e dai mercenari che si battevano per il regime siriano. La nuova alleanza dovrebbe legittimare l’Esercito Siriano Libero, sostenerlo e non descriverlo solo come un battaglione che ha sconfitto l’ISIS e soddisfatto l’Occidente e gli arabi.

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