The Daily Star Lebanon (13/05/2013). “Non posso fingere, non sono oggettivo su certi argomenti. In alcune situazioni vi è un oppresso ed un oppressore, il mio compito è quello di dare voce agli oppressi”. La letteratura del grafico maltese Joe Sacco è rinomata per la sua riluttanza a piegarsi alla nozione giornalistica di obiettività: descrivere le due facce della storia, ugualmente ripartite.
“Il problema con il giornalismo è che di solito è una mera rappresentazione dei fatti, un giorno dopo l’altro” ha dichiarato il fumettista. ” Un articolo di giornale potrebbe essere corretto, anche senza dare al lettore un senso del ‘perché'”. L’inseguimento del perché è l’obiettivo di Joe, l’attenzione delle grandi e piccole sfaccettature della storia con lo scopo di capire e spiegare le tragedie quotidiane del mondo.
Joe Sacco fa parte del gruppo di scrittori e letterati che parteciperanno all’Hay Festival di Beirut. Sacco è sempre stato affascinato dalla rappresentazione che i media davano del Medio Oriente e i suoi viaggi lo portarono nella Gerusalemme occupata.
“L’unica volta che ho sentito la parola palestinese” ricorda “era in occasione di un attacco terroristico, come risultato sono cresciuto con l’idea che i palestinesi fossero terroristi. Ho dovuto educare me stesso per la questione palestinese”. Dopo due mesi di permanenza in Palestina i suoi quaderni erano pieni di disegni, Palestina fu pubblicato in nove episodi tra il 1993 ed il 1995.
Anche se i fumetti per adulti possono prestarsi all’esagerazione, i personaggi di Sacco sono solidi e la loro lingua è chiara. ” Io credo che un giornalista dovrebbe essere onesto, raccontare esattamente quello che lui o lei sta vedendo o sentendo”.
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