Il movimento di resistenza islamico palestinese di Hamas è alle prese da alcune settimane con un profondo processo di rinnovamento interno. Hamas ha infatti indetto una serie di consultazioni interne fra i propri affiliati con lo scopo di rinnovare la propria classe dirigente.
Le prime votazioni si sono svolte all’interno della Striscia di Gaza ed hanno visto l’affermazione di Ismail Hanyeh, storico rappresentante del movimento islamico nell’area. Insieme ad Hanyeh sono stati eletti anche Mahmoud al-Zahar, Ahmad Jaabari, Marwan Issa ed Imad al-Alami, tutti personaggi che andranno ad occupare uno dei quindici seggi dell’Ufficio Politico di stanza a Gaza.
Dopo i risultati di Gaza il movimento islamico si occuperà di svolgere il medesimo processo elettorale anche fra i suoi affiliati presenti nelle carceri israeliane, nella West Bank e fra i palestinesi presenti al di fuori dei Territori Palestinesi.
Khaled Meshaal e Moussa Abu Marzoq dovrebbero riconfermare le proprie cariche. Meshaal, capo dell’ufficio politico in esilio (il cosiddetto Politburo) dall’inizio degli anni’90, potrebbe così riconfermare con forza la propria posizione dopo un profondo momento di crisi interno all’organizzazione che lo aveva visto contrapposto proprio ad Ismail Hanyeh.
A seguito della crisi interna alla Siria ed alla conseguente riformulazione della propria linea politica (il Politburo è stato spostato da Damasco a Doha) Hamas ha evidentemente avvertito la necessità di riformare i propri quadri dirigenziali per dare vita ad una nuova ed inedita linea politica calibrata in base agli avvenimenti che stanno sconvolgendo gli equilibri geopolitici regionali.
Marco Di Donato