Di Abdulrahman al-Rashed. Al-Arabiya (3/11/2016). Traduzione e sintesi di Emanuele Uboldi.
La situazione delle relazioni tra Turchia e Iraq è ai minimi storici: Erdoğan ha affermato più volte che le proprie truppe parteciperanno alla liberazione di Mosul, mentre al-Abadi ha risposto che non permetteranno la partecipazione turca alla lotta. La disputa va oltre a Mosul, in quanto riflette le lotte e rischi che corre la regione.
I media iracheni dipingono il ruolo turco come settario, in opposizione agli sciiti, ma il quadro è erroneo in quanto giornalisti arabi interpretano le affermazioni turche secondo i propri capricci. Le forze turche hanno combattuto contro Daesh, i separatisti turco-curdi e curdo-siriani, alleati degli ultimi: tutti sunniti, non sciiti. Li hanno combattuti perché sono un pericolo per l’unità e stabilità turca. Quindi, le operazioni turche nulla hanno a che vedere con i conflitti settari ai quali si rifanno i leader iracheni.
Ankara vuole combattere Daesh a Mosul ed evitare che i combattimenti tocchino i turchi, mentre l’Iran guida il confronto politico e militare a Mosul, ma anche contro la Turchia.
Gli iraniani sono riusciti a riempire il vuoto di potere creatosi in Iraq successivamente al ritiro delle forze USA voluto da Obama. Hanno formato delle milizie settarie che sfidano il governo, come hanno fatto in Libano. Ora sono pronte a sconfinare in Siria. Gli iraniani corrono contro il tempo (cioè prima delle elezioni USA) e vogliono beneficiare dello slogan della “lotta al terrorismo”, per espandere e aumentare il controllo in zone strategiche tra Iraq, Siria e le zone ricche di petrolio.
Le forze e le milizie iraniane hanno supportato la creazione di una zona cuscinetto per i curdi, uno spauracchio per il governo di Ankara.
Gli iracheni che supportano apertamente Teheran dichiarano che se la Turchia oserà sfidarli a Mosul, loro si adopereranno per frammentare la Turchia stessa! La situazione è quindi molto difficile. I turchi vedranno di essere ancora in torto se pensano che la guerra finisca a Bashiqa, il campo iracheno delle loro truppe.
Nonostante tutto ciò, escludo che le minacce tra le alte sfere turche e iraniane possa condurre allo scontro. Queste minacce mirano ad assediare i turchi attraverso l’intimidazione, così che l’Iran possa espandere la propria influenza su Ninive, i governatorati vicini, le vie del commercio e il sud della Siria.
La Turchia è nella difficile posizione che le richiede di creare un campo di opposizione che possa essere credibile sul terreno.
Abdulrahman al-Rashed è ex caporedattore del quotidiano Asharq al-Awsat e ex direttore generale di Al-Arabiya.
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