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I giovani tunisini e le elezioni municipali

tunisia democrazia
Sembra che i giovani tunisini non abbiano mai perso la speranza nella transizione democratica, nonostante le delusioni che si sono susseguite dopo la rivoluzione

Di Salah al-Din al-Jurshi. al-Arabi al-Jadid (6/03/2018). Traduzione e sintesi di Sabrina Campoli.

La percentuale di giovani candidati nelle liste elettorali tunisine ha raggiunto il 52%.

È quanto riporta la Commissione elettorale indipendente tunisina in merito alle elezioni municipali previste per 6 maggio. Alcuni ritengono che questa percentuale possa trasformare le elezioni in un evento circoscritto al mondo giovanile, non solo a livello tunisino, ma anche a livello arabo, se non addirittura globale.

È una notizia che ha lasciato tutti a bocca aperta, specialmente perché la maggior parte dei sondaggi d’opinione ha confermato che un elevato numero di giovani elettori si asterrà dal voto. Ma qual è stato l’episodio che ha portato a questo grande cambiamento?

Sembra che la popolazione giovanile non abbia mai perso la speranza nella transizione democratica in corso, nonostante le delusioni di cui ha sofferto nei sei anni successivi alla rivoluzione. Questa potrebbe essere l’ultima occasione per riportare i giovani all’attenzione pubblica, per non farli cedere alla disperazione, soprattutto se le loro alternative sono quella di morire in mare o diventare dei terroristi. Seppur difficile prevedere i risultati, la cosa certa è che molti di questi uomini e donne assumeranno un ruolo di leadership all’interno dei consigli comunali e alcuni di loro potrebbero addirittura diventare sindaci di un numero non indifferente di comuni, aprendo la strada ad un rinnovamento della classe politica.

Non c’è dubbio che la Tunisia stia facendo un passo verso un’avventura che potrebbe dare risultati rischiosi e un altro verso lo smantellamento dello stato centrale. Ciò non è solo dovuto alla candidatura di migliaia di giovani che hanno poca esperienza nel campo della governance e degli affari pubblici ma anche ai nuovi poteri di cui godranno i comuni e i consigli regionali; per esempio, qualsiasi consiglio comunale ha il diritto di concludere contratti di partenariato con Stati e governi senza riferirsi necessariamente al governo centrale, tranne nei casi che riguardano la sicurezza nazionale. Inoltre, così come accade in tutti i paesi democratici, è consentito agli stranieri residenti in Tunisia di votare alle municipali, perché direttamente attivi nella vita quotidiana. I comuni potrebbero tuttavia non raggiungere tutti i loro obiettivi e sicuramente affronteranno molte difficoltà e sfide, come il tentativo di alcune lobby di corrotti di penetrare all’interno dei consigli municipali, le contraddizioni tra le istituzioni locali e regionali e i conflitti tra le coalizioni politiche.

Contrariamente a quanto affermano alcuni, tuttavia, i prossimi consigli comunali introdurranno un progresso sulla scena locale attuale, non solo tramite la pulizia dei quartieri, gli impianti di illuminazione e il miglioramento delle infrastrutture ma anche attraverso la concorrenza e la ricerca di consenso sotto la pressione dei cittadini.

La sfida è: queste elezioni saranno la porta d’ingresso per il ritorno dei giovani tunisini nella vita pubblica?

Salah al-Din al-Jurshi è direttore di al-Arabi al-Jadid a Tunisi.

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