Morgan Stanley ha adottato una visione negativa riguardo all’Egitto, considerando le sfide finanziarie imminenti che il paese dovrà affrontare nei prossimi mesi come “rischi in aumento”.
La banca americana ha recentemente ridimensionato la sua valutazione degli strumenti del debito pubblico egiziano, spostandosi da una posizione “neutrale” a “sfavorevole”. Tale decisione è stata inclusa in un rapporto in cui la banca ha ridefinito le sue preferenze riguardo ai titoli di debito nei mercati emergenti con un profilo di rischio più elevato e rendimenti potenzialmente più elevati rispetto a quelli ritenuti “investment grade”.
Gli analisti di Morgan Stanley hanno sottolineato che l’incremento dei rendimenti obbligazionari statunitensi, una volta adeguato all’inflazione, ha minato il vantaggio relativo delle attività più rischiose.
Inoltre, gli strateghi di Morgan Stanley hanno affermato che le prossime elezioni presidenziali previste per dicembre potrebbero compromettere la capacità dell’Egitto di proseguire con le riforme pianificate, tra cui il passaggio a un sistema di cambio flessibile. Quest’ultimo rappresenta un aspetto cruciale nel quadro dei prestiti del valore di 3 miliardi di dollari concessi al paese dal Fondo Monetario Internazionale.
Esiste anche il pericolo di una possibile declassazione del rating di credito da parte di Moody’s Investors Service, il quale potrebbe spingere il rating del paese verso territori ad alto rischio, scatenando potenzialmente una “vendita forzata”, secondo quanto affermato dagli esperti.
In una nota emessa all’inizio della settimana, gli analisti bancari, tra cui James Lord e Neville Mandimeka, hanno espresso chiaramente la loro preoccupazione, dichiarando: “Riteniamo che l’Egitto al momento non abbia alcun catalizzatore positivo a breve termine, il che ci porta a essere sfavorevoli rispetto alla sua posizione creditizia”.