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Diario di una blogger di Daish

fe4c1f1c-5843-4a20-aec9-5e4b4dc2956c_4x3_296x222Al-Arabiya (18/09/2014). Sintesi di Giusy Regina.

È un medico malese, ha 26 anni, scrive un blog su romanticismo e martirio, si fa chiamare Shams ed è una donna. Sposata ad un combattente di Daish (conosciuto in occidente come ISIS) dallo scorso febbraio, si è unita all’organizzazione terroristica e si dice eccitata dalla cosa, anche se un po’ triste per aver dovuto lasciare la sua famiglia. I suoi genitori, che all’inizio si sono arrabbiati per la decisione della ragazza, si dicono adesso solidali e felici.

Così Shams si racconta nel suo blog, dal titolo Diario di una muhajira, che più che ad un blog assomiglia ad un romanzo. Nei post che pubblica racconta di essere stata in Siria passando per la Turchia e che dopo soli due mesi lì avrebbe sposato il suo attuale marito, in un matrimonio combinato dalla sua compagna di stanza. Sempre stando a quanto scrive, avrebbe conosciuto il futuro sposo il giorno stesso del matrimonio e si sarebbe innamorata di lui pochi giorni dopo.

Nei suoi post racconta che lei e il marito non parlano la stessa lingua e di come questo sia abbastanza usuale nelle coppie all’interno di Daish. Appena sposati infatti sia lei che il suo sposo hanno scaricato app di dizionari per comunicare.

E davvero come fosse un romanzo, Shams descrive le loro preghiere mattutine insieme, di come lui tornando a casa le sorrideva e di come lei si sia realmente innamorata di lui. Ma quattro giorni dopo il matrimonio, la donna dice di trovarsi di fronte alla dura realtà per la moglie di un combattente Daish, andando a trovare la moglie di un altro combattente ucciso in battaglia e iniziò a sentire una gran paura di perdere suo marito.

I post nel blog si susseguono alternando humour a spezzoni di vita quotidiana, a racconti di operazioni che il marito deve compiere come membro di Daish. “Habibty (Tesoro)” – le ha detto una volta – “prima di essere sposato con te, sono sposato col Jihad. Il Jihad è la mia prima moglie e tu la seconda. Spero tu capisca”.

E così ogni volta che esce di casa per qualche operazione, pensa che quella potrebbe essere l’ultima volta che l’ha visto.

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