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Il destino incerto dell’energia egiziana

egitto bandiera egiziana
Dal blog Egitto in movimento di Ludovica Brignola

“L’Egitto potrebbe diventare indipendente nei prossimi anni a livello energetico, non solo esaurendo da solo il bisogno energetico della popolazione ma anche ricominciando a esportare gas”. Lo ha reso noto all’agenzia di stampa Bloomberg Marco Alvera, chief executive della Snam SPA Milano, la più grande società di infrastrutture di gas europea, a giugno di quest’anno. Un’affermazione che era giunta a seguito della individuazione del giacimento di gas Zohr, la più grande riserva di gas naturale scoperta nel Mediterraneo degli ultimi decenni, da parte di ENI, ad Agosto 2015.

Ma i benefici di questa scoperta stanno tardando ad arrivare e la situazione energetica sta peggiorando invece che migliorare. Dopo il voto dell’8 ottobre al Consiglio di Sicurezza ONU a favore della risoluzione russa sulla Siria, Riad ha immediatamente tagliato le forniture energetiche destinate all’Egitto, il quale ha dovuto guardare con urgenza all’Iraq e al Kuwait come nuovi partner energetici.

Ieri Alaa Ezz, segretario generale dell’Unione egiziana delle camere di commercio, ha annunciato la rimozione dei sussidi statali per l’acquisto di beni ad eccezione dei carburanti ed energia elettrica, misura che però ha portato nell’immediato ad un aumento sensibile del prezzo dei carburanti.

“Siamo solo aiutati dal fatto che i prezzi mondiali dei carburanti sono bassi in questo momento. Ma Al-Sisi rimuoverà piano piano anche i sussidi all’energia. Il prezzo è già salito da 80 centesimi di Sterlina Egiziana al litro a 3.50 Lire Egiziane in pochi mesi”, ha affermato Alaa, un lavoratore egiziano del Cairo. “Questa situazione di austerity non gioverà di certo al paese. I prezzi si stanno triplicando, insieme al debito pubblico, ma gli stipendi rimangono gli stessi” ha poi sottolineato Yousef, egiziano che vive e lavora in Italia. Come hanno riportato fonti della EGAS, Egyptian Gas Holding Company, la situazione non è delle più rosee.

La produzione di gas naturale è scesa a ottobre da 4,4 a 4,35 miliardi di piedi cubici al giorno (bcf/d). E, secondo le loro stime, tra il 2017 e il 2018 la produzione aumenterà fino a 5 bcf/giornalieri, a fronte però di una domanda interna in aumento, stimata a 5,35 bcf/giornalieri. Si tratterebbe dunque di consumi di gran lunga superiori alla capacità produttiva egiziana.

Ma il governo rimane ottimista. “L’Egitto intende interrompere le importazioni di gas entro il 2021; grazie al giacimento Zohr raggiungeremo l’autosufficienza energetica”. Così ha affermato Amr Ezzuldein, un funzionario del Ministero del Petrolio egiziano.

Nel frattempo l’Egitto ha avviato lo studio di una legge per istituire una autorità che regolamenti il mercato del gas naturale e che definisca i livelli di liberalizzazione dei prezzi, che potrebbe creare nuove opportunità per il settore.