Di Khaled El Shamy. Al-Quds al-Arabi (14/10/2016). Traduzione e sintesi a cura di Raffaele Massara.
Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un susseguirsi molto rapido di dichiarazioni, smentite e contro-dichiarazioni in seno al mondo arabo, al punto di pensare di essere sull’orlo di una nuova guerra mondiale, perlomeno sul campo mediatico.
Tutto è cominciato quando l’Egitto, durante l’ultima seduta delle Nazioni Unite, ha dato il suo sostegno a due risoluzioni, una russa ed una francese, sul futuro della Siria. Ma i due piani sono chiaramente contrastanti, e il voto egiziano non è stato per nulla decisivo: sembra più una ricerca di visibilità internazionale, benché il presidente El Sisi abbia più volte chiarito la linea del suo paese nei confronti del terrorismo. Tuttavia, l’Arabia Saudita non è d’accordo sulla proposta di Mosca. E così Riyad di blocca le esportazioni di greggio verso la sponda opposta del Mar Rosso.
Spieghiamo meglio la situazione in cinque punti:
- Il Regno Saudita sta affrontando diverse problematiche: la legge americana sull’11 settembre, le condanne da parte dell’ONU sui bombardamenti in Yemen e addirittura la prima grande crisi finanziaria nazionale. Questo gesto di “stizza” nei confronti dell’Egitto difficilmente risolverà qualcosa, anzi semmai avvicinerà il Cairo, diplomaticamente parlando, all’Iran.
- L’Egitto considera minacciose le divisioni tra Stati arabi, la situazione yemenita e siriana ne sono la conferma, e cerca il dialogo con l’Iran come possibile via di uscita dall’attuale crisi. Vorrebbe avere un ruolo strategico, come storicamente è stato, nelle varie questioni mediorientali; preferirebbe che le decisioni venissero prese in maniera collettiva, e in tutte le ultime assemblee ha spalleggiato l’opposizione siriana. Ma la nuova politica saudita rema nella direzione opposta.
- Riyad pensa, con questo embargo, di indebolire o destabilizzare El Sisi, ma è più probabile che sortisca l’effetto opposto. Quest’ultimo potrebbe comprare il petrolio dal Kuwait o dalla Libia a prezzi stracciati e le stesse ritorsioni e accuse saudite non fanno che aumentare il sostegno internazionale al presidente egiziano. Il destino poi delle due isole egiziane di Sanafir e Tiran (che Riyad è sul punto di acquistare) diventa incerto e molti media arabi hanno paventato una guerra trai due paesi.
- Molti egiziani sono inorriditi dai crimini di guerra perpetrati dalla Russia in Siria e preoccupa molto la visita di Putin in Turchia, paese ormai “amico”, premiato da Erdogan con la promessa di saldare nuove alleanze e trattati economici. Il presidente turco, poi, ha recentemente appoggiato l’embargo saudita all’Egitto.
- Il re del Bahrein che ha appena ottenuto la cittadinanza egiziana e potrà acquistare ville e terreni a Sharm El-Sheikh (quando a molti egiziani non è permesso nemmeno possedere terreni nel Sinai). Dopo questo strano evento, il sovrano interverrà nell’embargo visti i buoni rapporti con i Sa’ud e visto “l’amore per il suo nuovo paese”? Ma soprattutto, miglioreranno le condizioni lavorative, scolastiche e di vita in generale dei cittadini egiziani residenti in Bahrein?
Khaled El Shami è un giornalista egiziano del quotidiano Al-Quds.
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