(Agenzie). La vita di una cameriera dello Sri Lanka, condannata a essere lapidata a morte in Arabia Saudita per adulterio nell’agosto 2015, è stata risparmiata.
La donna sarà imprigionata, l’Arabia Saudita ha ritirato l’ordine di esecuzione in seguito all’appello dello Sri Lanka, secondo quanto annunciato dal vice-Ministro degli Esteri srilankese Dr Harsha de Silva.
La cameriera era insieme a un uomo dello Sri Lanka non sposato. La donna è stata condannata a morte per lapidazione, mentre l’uomo a 100 frustate.
L’Arabia Saudita ha deciso di riaprire il caso della donna – 45 anni, madre di due figli – all’inizio di questo mese.
La decisione iniziale dell’Arabia Saudita di lapidare la donna ha indignato il governo dello Sri Lanka che è stato informato sul caso solo dopo la condanna a morte, nonostante il fatto che l’arresto risale ad aprile 2014.
“Secondo la legge islamica della Sharia, sono necessari quattro musulmani come testimoni oculari in caso di adulterio, ma questo non è avenuto”, ha dichiarato Ranjan Ramanayake, funzionario del governo srilankese. “Purtroppo, non conoscendo la legge, ha confessato sotto pressione senza alcun aiuto legale”.
Il caso ha suscitato proteste nel mese di novembre davanti al complesso delle Nazioni Unite e all’ambasciata saudita nella capitale dello Sri Lanka, Colombo.
Il governo dello Sri Lanka afferma che sta progressivamente riducendo il numero di donne inviate a lavorare in Medio Oriente.