Hespress (22/11/12). Le donne saudite, private del diritto di guidare automobili, saranno sottoposte ad un sistema di monitoraggio elettronico, lanciato dalle autorità in tutti gli angoli del paese, al fine di informare le famiglie della donna qualora questa decidesse di allontanarsi dal regno saudita.
Dalla scorsa settimana, il “tutore” della donna riceve sul telefono, un breve messaggio che lo informa se la donna che è sotto la sua responsabilità, ha superato i confini sauditi, anche se questa è in sua compagnia.
La notizia è stata resa nota dall’attivista saudita Manal al-Sharif che l’ha pubblicata su Twitter, dopo essere stata informata di ciò da un uomo saudita. Questo, mentre viaggiava con sua moglie, ha ricevuto un sms che gli comunicava che “sua moglie aveva lasciato l’aeroporto internazionale di Riyad”.
La romanziera e giornalista Badriya al-Bichr ha dichiarato che l’Arabia Saudita si serve della tecnologia per monitorare la donna. Le donne del regno infatti, non possono lasciare il proprio paese senza l’autorizzazione del loro “tutore” (che può essere il coniuge o anche il figlio nel caso in cui sia divorziata); devono presentare all’aeroporto un “foglio giallo” firmato da quest’ultimo che le autorizza a viaggiare. La scrittrice ha affermato che la tecnologia è al servizio di una mentalità arretrata e che “il regno applica la visione dell’Islam militante”.
Anche secondo l’attivista liberale Souad al-Shammarin è il sistema religioso che fa pressione per mantenere restrizioni sulle donne “trattate come bambine, anche se occupano posizioni di alto livello”. Conclude affermando che non ci saranno vere riforme in Arabia Saudita se non ci sarà uguaglianza tra donne e uomini.
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