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Rania di Giordania: donna di Stato, regina di Instagram

Di Carmen Rengel. El País (20/12/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

La regina Rania di Giordania ha cambiato pelle. Il processo è stato lento, graduale, ma adesso è solido e visibile.

Rania è una donna di Stato capace di imporsi e gridare contro Daish (conosciuto in Occidente come ISIS), che il suo tentativo di “sequestrare” il mondo arabo fallirà. La regina ha accusato Daish di riportare gli arabi “all’epoca delle tenebre”, di usare valori islamici “manipolati”. “Storicamente, gli estremisti contano sulla compiacenza dei moderati. Pensano che non faremo niente per fermarli. E non è così”, ha enfatizzato. Parole che avrebbe potuto pronunciare il suo sposo, Abdullah II, che ha messo la Giordania a disposizione della coalizione internazionale anti-Daish in Siria e Iraq.

Dopo il silenzio di Rania durante le rivolte arabe del 2011, già dalla scorsa primavera la regina ha iniziato a rendersi di novo più visibile, impegnata in attività sociali come il sostegno all’alfabetizzazione degli anziani o l’assistenza materno-infantile. Negli ultimi mesi, è data ancora più avanti. La stampa la dipinge come una donna in carriera, una voce ufficiale della Giordania, con un’influenza tale che la rivista Forbes l’ha inserita nella lista delle 100 donne più influenti nel mondo.

Lo scorso ottobre si è impegnata politicamente anche attraverso il suo account Instagram, seguito da 365.000 persone. Si è impegnata per i palestinesi, al cui popolo appartiene (Rania è nata in Kuwait da una famiglia di rifugiati palestinesi). Ha pubblicato immagini di bambini feriti nell’offensiva israeliana della scorsa estate ed ha festeggiato la riapertura ai fedeli della Spianata delle Moschee a Gerusalemme, chiusa da Israele nel 1967. Un’immagine festosa, ma rivendicativa. La sua figura non è più legata ai viaggi all’estero per comprare abiti e gioielli, per immischiarsi all’aristocrazia e alla gente bene. Si tratta di un tipo di esibizionismo che non va è più in linea con il suo Paese. Con il passare dei giorni, invece, emerge sempre più il suo aspetto più tradizionale.

Analisti come Fahd Jeitan scrivono che “questa virago cerca di stabilizzare al sua immagine”. Il suo impegno più recente di può riassumere in due hashtags: #LoveJo e #OurArabWorld. Entrambi cercano di rafforzare l’immagine positiva della Giordania e del mondo arabo in generale di fronte alla temibile corrente di rifiuto in Occidente, alimentata da ideologie islamiste come quella di Daish.

Carmen Rengel è una giornalista free-lance di base in Palestina e Israele.

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