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Perché lo scenario libanese non funzionerà in Yemen

Yemen

Di Amir Taheri. Asharq al-Awsat (10/04/2015). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Un proverbio persiano recita: “Non tutte le ricette si addicono a tutti i banchetti”, che significa che un metodo che funziona in un caso potrebbe non funzionare in un altro. Applicato alla geopolitica, questo detto si addice al coinvolgimento dell’Iran nella questione yemenita.

Alcuni sedicenti costruttori di imperi dell’establishment militare e di sicurezza iraniano si sono convinti di poter aggiungere un’altra piuma al loro cappello – una tentazione alla quale era difficile resistere. Hanno trascinato l’Iran in una complessa faccenda, con poca o nessuna conoscenza di come le cose vanno, o non vanno, in Yemen. Qualsiasi sia il risultato dell’esperimento, una cosa è certa: la strategia degli Houthi, sostenuta dall’Iran, ha già fallito, per due motivi.

Il primo è che l’idea che gli Stati Uniti possano riconoscere l’Iran come una potenza egemonica nella regione è solo una fantasia promossa dal presidente Barack Obama, che ha parlato dell’Iran come un “potenza regionale” e ha cercato di modulare le politiche americane in Libano, Siria e Iraq per ingraziarsi i mullah. Tuttavia, va ricordato che Obama ha soli altri 18 mesi per giocare in questo mondo fantastico. Una volta dissolto, gli Stati Uniti e le democrazie europee potrebbero non mirare a una politica che permetta di consegnare il Medio Oriente in mano all’Iran.

Il secondo motivo per cui la strategia Houthi fallirà è il fatto che essa è una brutta copia dello schema iraniano in Libano e, perciò, esso non può adattarsi allo Yemen, a causa dell’esistenza, o meno, di diversi elementi di distinzione. Oltre alle differenze demografiche e geografiche, uno dei fattori che distingue i due Paesi è il fatto che in Libano l’Iran godeva del supporto della Siria. Nel caso dello Yemen, nessun vicino è pronto a fungere da canale per la dominazione iraniana. Semmai, i vicini dello Yemen, cioè Oman e Arabia Saudita, non vogliono che si ripeta lo scenario libanese.

Un’altra enorme differenze è che la comunità sciita in Libano ha legami storici con l’Iran, che risalgono a circa 5 secoli fa. In quanto duodecimani o imamiti, gli sciiti libanesi sono sempre stati vicini all’Iran, che sotto lo scià aveva 2.400 dispiegati nel sud del Libano per proteggere, apparentemente, gli sciiti dai combattenti dell’OLP di Yasser Arafat. Anche la comunità cristiana simpatizzava con l’Iran, dal momento che condivideva con esso l’opposizione al panarabismo di Nasser e del movimento Ba’ath.

In Yemen, tuttavia, la recente presentazione della comunità degli Zayditi (42% della popolazione) come sciiti non riflette la realtà di come essi vengono percepiti dall’Iran. Il clero iraniano, infatti, vede gli zayditi come una corrente scissionista dello sciismo, come succede per altre comunità. Eppure, è chiaro che gli Houthi, ben armati e ben finanziati, non rappresentano una maggioranza nella comunità zaydita in Yemen. Non a caso, nelle scorse settimane, molti zayditi hanno manifestato contro gli Houthi e contro i loro sostenitori iraniani.

In Libano, Hezbollah non ha puntato a una presa di potere, ma ha mantenuto intatta la facciata, usando le armi per imporre la sua volontà all’interno del sistema, eseguendo gli ordini di Teheran attraverso il governo libanese. Gli Houthi, invece, hanno puntato a una sfrontata presa di potere che ha mobilitato altre correnti politiche yemenite contro di loro. Il loro ultimo errore è stato quello di assediare il palazzo del presidente e costringerlo a dimettersi con la minaccia delle armi. Nessuno potrebbe immaginare che gli Houthi possano amministrare il Paese; hanno ottenuto un profilo alto solo grazie alla loro vicinanza con l’ex presidente Ali Abdullah Saleh.

Anche in termini militari lo scenario libanese, con Hezbollah come attore chiave, non può adattarsi allo Yemen. L’Iran ha creato e armato Hezbollah per un’attività bellica poco intensa, non per guerre di conquista del territorio. In Yemen, invece, lil braccio armato degli Houthi è impegnato in una guerra convenzionale, per la quale non è né adeguatamente addestrato, né possiede le conoscenze logistiche o di leadership.

Finora, cercare di riproporre lo scenario libanese in Yemen ha solo portato disastri a tutti gli interessati. Il risultato netto dello schema imperiale iraniano, se davvero esso esiste, potrebbe essere la disintegrazione totale dello Yemen.

Amir Taheri è un giornalista iraniano ex caporedattore del quotidiano Kayhan e opinionista per Asharq Al-Awsat dal 1987.

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