Sudan: la sanguinosa primavera sudanese

702100_10201334824391580_1182219234_nElaph (26/09/13). Sono almeno 29 le persone uccise durante le proteste anti-governative in Sudan, causate dalla decisione del governo di rimuovere i sussidi del carburante. Fonti provenienti dall’ospedale di Omdurman vicino a Khartoum hanno dichiarato che dall’inizio degli scontri avvenuti lunedi scorso, sono stati trasferiti 21 corpi senza vita di persone che avevano partecipato alle manifestazioni contro il governo.

Negli stessi momenti 8 persone sono state uccise in altre città del paese, secondo i testimoni e le famiglie delle vittime.Gli attivisti hanno dichiarato di avere l’intenzione di protestare ancora una volta oggi, giovedi’ 26 settembre, a Khartoum; per far fronte a tali manifestazioni, un gran numero di forze di sicurezza è pronto ad intervenire in qualsiasi momento. Il governo sudanese ha annunciato la chiusura di molte scuole nelle varie regioni del paese fino al 30 settembre a causa del caos che ha invaso la capitale sudanese e in altre 5 città negli ultimi giorni.

Un comunicato stampa dei media sudanesi, ha dichiarato che i disordini avvenuti nella città di Wad Medani hanno provocato l’assalto da parte di attivisti sconosciuto agli impianti di distribuzione del carburante dell’intera città, oltre ai tentativi di saccheggiare le banche e i negozi. Le proteste scoppiate in Sudan, erano state provoca dalla decisione del governo, Lunedi scorso, di eliminare i sussidi del carburante, come parte dei suoi tentativi di ridurre il crescente deficit del bilancio del paese. La decisione ha portato alla rabbia e al malcontento popolare contro il regime del presidente Omar al-Bashir che governa il paese dal 1989.

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