Alif Post (7/04/2012). Traduzione di Ilaria Antoniello.
In Marocco persiste la mancanza di chiarimenti ufficiali circa il tipo di manovre volte a rafforzare la zona di Tan-Tan con la presenza di Marines americani e allo stesso tempo non viene specificata la natura delle facilitazioni offerte al Pentagono come l’uso della dicitura “stazione militare” al posto di “base militare” per aggirare la legge marocchina.
A sud di Tan-Tan, per il settimo anno consecutivo, sono state registrate manovre militari congiunte tra le forze armate marocchine e quelle americane, manovre che hanno suscitato le proteste degli abitanti, i quali temono l’impatto ambientale delle armi utilizzate e parimenti che la presenza militare assuma un carattere permanente. Le contestazioni hanno spinto il PSU, Partito Socialista Unito, a chiedere la fine di tali operazioni.
Alif Post è entrato in possesso di dati provanti che la scelta della zona di Tan-Tan da parte del Pentagono non è casuale, bensì obbedisce a precise misure che vanno oltre il principio di stabilità politica definito dal Marocco. Inoltre, la stessa fonte afferma che è possibile dedurre dalla storia militare americana che ogni qual volta il Pentagono sceglie un’area e vi ripete delle manovre, lo fa in base a una agenda strategica a lungo termine. Per cui non si può escludere che, secondo il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, nel giro di un decennio questa parte del globo possa attraversare un periodo di instabilità.
Nel caso di Tan-Tan è chiaro che la presenza di una “base militare” avrebbe richiesto non solo una decisione politica e un’azione di controllo da parte del Parlamento marocchino, ma anche la subordinazione dei militari americani alla legge del Paese ospitante. Al contrario, operare all’interno di una “stazione militare” permette ai militari di agire ai margini della legge e di mantenere il riserbo sulle questioni militari col pretesto che si tratta di una cosa temporanea.
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