di Tariq al-Homayed. Al-Sharq al-Awsat (15/12/2012). Traduzione di Roberta Papaleo. Negli ultimi giorni, la crisi siriana è sembrata quasi una partita a scacchi in cui i pezzi si sono mossi a circondare Assad, la Russia ed i loro alleati. Dopo la notizia dell’incontro tra russi ed americani a Ginevra, insieme a Lakhdar Brahimi, per discutere sulla crisi in Siria, il presidente Obama ha annunciato il riconoscimento della Coalizione Nazionale Siriana come rappresentante della popolazione. L’annuncio è arrivato alla vigilia del summit degli Amici del Popolo Siriano tenutosi a Marrakech, i quali hanno a loro volta riconosciuto la coalizione dell’opposizione come unico rappresentante della Siria. Durante il summit stesso, l’Arabia Saudita ha annunciato l’invio di 100 milioni di dollari a sostegno del popolo siriano.
Il solo riconoscimento americano ha spinto il ministro degli esseri russo a fare una dichiarazione da cui è trapelata la sua frustrazione. Lavrov ha detto che Mosca è rimasta sorpresa dalla decisione di Washington, aggiungendo: “Dobbiamo quindi concludere che gli Stati Uniti hanno deciso di scommettere su questa coalizione assicurandone la vittoria con la forza delle armi”. Una tale dichiarazione dimostra che Mosca è delusa ed imbarazzata: nello stesso momento in cui America e Russia si riunivano a Ginevra per parlare della situazione in Siria, Obama riconosce la Coalizione, il che sta a significare che l’unico problema da negoziare con i russi è la caduta di Assad!
La storia non finisce qui, dal momento che le ultime mosse sulla scacchiera hanno spinto il vice ministro degli esteri russo, Mikhail Bogdanov, a rilasciare la più significativa delle dichiarazioni: Bogdanov ha infatti ammesso che Assad sta perdendo il controllo “sempre di più” e che “non si può escludere la vittoria dell’opposizione siriana”. A conferma dell’imminente caduta di Assad concorrono altre due importanti dichiarazioni: una da parte del segretario generale della NATO Rasmussen, il quale ha affermato che il crollo del regime si avvicina; l’altra da parte del ministro delle finanze iracheno Rafa al-Essawi, che a sua volta ha commentato che si tratta di una questione di settimane.
In conclusione, Assad è sotto assedio, il governo di Mosca è imbarazzato, l’Iran resta in silenzio: stiamo assistendo all’ultima fase della partita a scacchi giocata in Siria.
Add Comment