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Siria: Ghalioun, la firma del protocollo arabo è una mossa troppo “evasiva”

Al-Quds (24/12/2011). Il Consiglio Nazionale Siriano giudica al firma da parte delle autorità di Damasco del protocollo arabo solo una mossa per “schivare” il trasferimento della crisi siriana nel Consiglio di sicurezza dell’ONU. Il Consiglio pone delle obiezione alla modalità di attuazione del piano sottolineando che “il documento della risoluzione va preso nel suo insieme e non può essere trattato in forma incompleta”, ciò facendo riferimento alla parte della risoluzione che prevede oltre che l’invio degli osservatori in territorio siriano, anche la necessità di un immediato cessate il fuoco sui manifestanti, il ritiro delle unità militari dalle città, dai villaggi e a protezione delle caserme e la liberazione dei prigionieri politici . Gli oppositori al regime di Assad richiedono, a tal proposito, l’intervento di una “forza di dissuasione araba” qualora la Siria continui a reprimere con la forza le proteste.

Il Presidente del Consiglio Burhan Ghalioun ha riferito, in conclusione di alcune riunioni che si sono svolte a Tunisi questa settimana, che lui vede nella firma del protocollo arabo da parte di Damasco solo un modo per tergiversare, aggiungendo che “la Lega Araba ha permesso al regime siriano di eludere le proprie responsabilità (…)Damasco ha guadagnato tempo e ha impedito che il file siriano fosse trasferito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.

Per quanto riguarda le dichiarazioni del ministro degli esteri siriano Walid al Muallem giunte in seguito alla firma del protocollo, il presidente Ghalioun ha commentato che “ queste sono la prova che non è nelle loro intenzioni attuare le risoluzioni, e con le sue parole il ministro minaccia gli osservatori avvisandoli della presenza nello stato siriano di zone non sicure. Tutto ciò è solo una perdita di tempo”.

Il ministro degli esteri, Al Muallem ha dichiarato in uan conferenza stampa che si è svolta a Damasco, che gli osservatori potranno raggiungere i “punti caldi”, ma che è “impossibile visitare zone militari sensibili”. Ghanouli ha detto che “il regime sta sfruttando l’iniziativa araba, mentre continuano le uccisioni” aggiungendo che“ il Consiglio vuole che la Lega Araba prenda delle posizioni più forti, parliamo di un intervento di una forza di dissuasione araba che intervenga in maniera decisa almeno in zone specifiche”.

Radwan Ziadeh, responsabile delle relazioni estere del Consiglio, ha dichiarato che “bisogna fare attenzione perché il regime siriano ha una notevole esperienza a proposito”, e suggerisce in una sua intervista ad un quotidiano russo, che una scelta che si dovrebbe prendere è quella di portare la questione siriana al Consiglio di Sicurezza insieme all’aumento delle sanzioni e della pressione internazionale qualora la Siria continui con le azioni di repressione.

Ziadeh afferma che a questo punto il regime ha due possibilità davanti a se: “o viola la risoluzione araba non attuando le disposizioni in essa contenute, cosa che dovrebbe portare ad una risposta chiara e decisa da parte della Lega degli Stati Arabi o all’intervento delle forze internazionali; oppure può decidere di attuare effettivamente le risoluzione permettendo ad ancora più siriani, liberi dalla paura di esprimere la loro opinione, di scendere in piazza”.