È tempo per Netanyahu di cambiare approccio

Editoriale. Haaretz (06/05/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

La risposta del governo israeliano alla riconciliazione palestinese e la formazione del governo d’unità è stata l’annuncio della costruzione di 1.500 nuove unità abitative in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, nonché del completamento delle altre 1.800 i cui lavori erano stati sospesi negli ultimi mesi. Questa risposta dimostra, ancora una volta, quanto la politica del premier Benjamin Netanyahu possa costituire un grande pericolo per il futuro di Israele.

Nonostante gli sforzi di Netanyahu, sono numerosi gli Stati e le organizzazioni internazionali, allineati con gli Stati Uniti, che hanno riconosciuto il nuovo governo palestinese. Oltre a una generale mancanza di comprensione delle forze internazionali, le dichiarazioni sulle costruzioni riflettono la visione dell’attuale governo israeliano. Tale visione consiste nel promuovere l’espansione degli insediamenti, anche a costo dell’isolamento mondiale e delle sanzioni, o quantomeno a costo del la collisione diretta con l’alleato più importante e più vicino a Israele: gli Stati Uniti.

Invece di approfittare della formazione del nuovo governo d’unità palestinese per elaborare una nuova iniziativa di pace che si sforzi di raggiungere un accordo con l’intero popolo palestinese e rafforzare lo status d’Israele nella comunità internazionale, Netanyahu preferisce continuare ad accusare il mondo di anti-antisemitismo, aggravando la situazione.

È difficile capire la logica alla base di questa disastrosa politica estera, se non per quanto riguarda la fanatica protezione degli interessi dei coloni alle spese degli interessi nazionali. Di fatti, con il suo continuo rifiuto della pace e gli enormi investimenti in Cisgiordania, sembra che il governo israeliano non sia affatto interessato ai cittadini all’interno della Linea Verde.

Netanyahu deve riprendersi, capire la sua grande responsabilità nei confronti dei cittadini israeliani e iniziare a comportarsi come uno statista, piuttosto che come un prigioniero nelle mani dei partito Habayt HaYeudi.

Netanyahu deve immediatamente revocare i suoi piani edilizi, riconoscere la riconciliazione palestinese e cercare di sedersi al tavolo delle negoziazioni il più presto possibile.

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