Articolo di Silvia Di Cesare
Le elezioni europee hanno segnato un netto spostamento a destra del nuovo parlamento di Bruxelles. Anche se le cause di questa svolta si possono con maggior probabilità ricondurre a motivazioni economiche, le conseguenze si ripercuoteranno su tutti quegli ambiti in cui un discorso europeo è di fondamentale importanza. Primo fra tutti il rapporto tra Europa e Mediterraneo e quindi il tema dell’immigrazione.
È dall’altra parte della frontiera europea che ci arrivano nuove idee e progetti di cambiamento in tal proposito. Più precisamente da quel paese, la Tunisia da cui nel 2011 è divampata la fiamma della Primavera Araba.
Un Mediterraneo senza barriere transnazionali, i movimenti migratori come espressione della libertà di movimento personale e la creazione di un Osservatorio sulle migrazioni sono solo alcune delle idee e delle proposte che arrivano dal Forum maghrebino delle migrazioni che si è svolto lo scorso Gennaio nella città di Monastir. Ce lo raccontano le testimonianze della delegazione del Centro Sociale La Strada di Roma che, come parte della Carovana in Tunisia “Sulle rotte dell’Euromediterraneo” organizzata dalle ass. Ya Basta! e Un Ponte Per, ha partecipato alle discussioni del Forum presentando il patto costituente della Carta di Lampedusa.
Parlare di migrazione, elevandosi dall’analisi superficiale e fine a se stessa dello spostamento delle persone, significa però conoscere le realtà sociali, la storia passata e contemporanea dei paesi che la vivono. Parlare di Tunisia vuol dire, in questo senso, parlare del passato di questa terra come ci aiuta a fare il libro di Touhami Garnaoui “Le radici del Gelsomino” (domani a Roma per l’iniziativa Primavera a Villa Lauricella). Pur senza riferimenti diretti all’attualità, ma attraverso racconti e cronache di un lontano passato, Ganaoiui ci fornisce delle chiavi di lettura per gli avvenimenti dell’epoca recente.
La “Carovana” che ha attraversato la Tunisia ci riporta l’immagine di un paese che, attraverso l’affermazione di un’informazione libera ed indipendente e attraverso l’associazionismo dal basso, sta cercando forse per la prima di volta di diventare sovrano di se stesso, fuori dal controllo di colonizzatori provenienti dall’Ovest o dall’Est.
Sostenere questi processi dovrebbe essere uno dei punti d’azione del neoeletto Parlamento europeo, come primo passo verso la costruzione di un Euromediterraneo equilibrato e sinergico.
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