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Israele entra in scena

Zoom 9 mag IsraeleEl País (08/05/2013). Traduzione di Roberta Papaleo. Nel corso di tre giorni, Israele ha effettuato due attacchi aerei in piena regola all’interno del territorio siriano. Nel primo, i suoi caccia hanno distrutto un carico di missili recentemente consegnati a Damasco e che si suppone fossero destinati alla milizia islamista libanese di Hezbollah. Nel secondo, più massiccio, i bersagli sono stati un gruppo di militari che investigavano nei pressi della capitale siriana ed il quartier generale della divisione più moderna e fedele sulla quale Bashar al-Assad fa affidamento.

Le azioni israeliane, che Gerusalemme non conferma né nega e che Damasco considera una dichiarazione di guerra  indicano chiaramente i rischi dell’espansione di un conflitto che continua da più di due anni davanti alle potenze internazionali che si chiudono in sé stesse. Israele ha finora evitato di coinvolgersi nella guerra civile del vicino. Le sue preoccupazioni non sono il regime omicida di Assad o la sorte dei siriani che muoiono a  migliaia: sono la sicurezza del suo territorio e la lunga battaglia con l’Iran e Hezbollah, la potente milizia fondamentalista sciita che fornisce armi a Damasco e Teheran  In questo contesto, il primo ministro Netanyahu annuncia che non tollererà il fatto che armi chimiche siriani o altre armi convenzionali avanzate possano arrivare ad Hezbollah. I missili distrutti a Damasco ne sono un esempio. Nel mese di gennaio, l’aviazione israeliana aveva già bombardato un convoglio di razzi antiaerei iraniani che si trovava in territorio siriano e che era diretto in Libano.

Sembra alquanto ovvio che Israele sia deciso a rendere credibili le sue linee rosse. Per quanto Damasco consideri gli attacchi come una dichiarazione di guerra, condannati da tutto il mondo arabo, è poco probabile che Assad o i suoi alleai libanesi siano in condizioni tali da poter aprire un nuovo fronte. Una risposta militare diretta comporterebbe un confronto di portata molto più ampia.

Gli attacchi contundenti di Israele evidenziano la crescente debolezza del governo di Damasco e, allo stesso tempo, la non operatività delle sue difese antiaeree. Inoltre, suscitano anche un interrogativo conturbante: fino a quando Israele potrà lanciare operazioni di tale entità senza vedersi definitivamente coinvolto in una guerra? La crisi siriana allora prenderebbe una nuova e ancora più terribile dimensione.

http://elpais.com/elpais/2013/05/07/opinion/1367953655_620917.html