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“Il potere delle donne in arabo”, il nuovo libro di el-Gawhary

karim al gawharyDi Martina Sabra. Qantara.de (19/12/13). Traduzione e sintesi di Alessandra Cimarosti.

Nel suo nuovo libro, il giornalista Karim el-Gawhary dà voce e volto a donne arabe forti, muovendosi tra cliché e dibattiti sul velo.

Hadil viene dalla Siria. Nonostante abbia 20 anni, ha vissuto più di ciò che possa aver sperimentato la maggior parte della gente in una vita intera. Nata in una famiglia cristiana, voleva laurearsi all’Università di Aleppo. Poi però, nel 2011 è scoppiata la rivoluzione. Hadil si è unita all’opposizione pacifica contro il regime Assad: ha distribuito volantini, partecipato a manifestazioni e contrabbandato medicinali. Dopo i diversi arresti e i maltrattamenti in prigione, ha capito di dover lasciare la Siria per sopravvivere. È fuggita prima in Libano, poi in Egitto, ma il regime Assad è riuscito a trovarla anche lì. Inviati del regime hanno preso a calci la porta del suo appartamento al Cairo, l’hanno picchiata e hanno minacciato di gettarle acido sul volto. Hadil è fuggita in un convento egiziano. Lì, ha cercato di ricomporre la sua esistenza ormai in pezzi. Era come se fosse “invecchiata di 20 anni in uno solo”, ha detto descrivendo la sua situazione a Karim el-Gawhary. Nonostante tutto, si rifiuta di arrendersi.

Hadil, la giovane rivoluzionaria siriana, è una delle decine di donne intervistate per il libro di el-Gawhary “Il potere delle donne in arabo”. Il corrispondente veterano non è interessato solamente agli eventi politici quotidiani della regione, ma si occupa anche dei rapidi cambiamenti sociali del Medio Oriente e del Nord Africa.

Durante la sua ricerca, el-Gawhary ha incontrato coraggiose donne provenienti dall’Egitto, dalla Libia, dall’Arabia Saudita, dalla Palestina, dalla Siria, anche prima dello scoppio delle rivolte. Queste donne hanno dimostrato tenacia attraverso la loro presenza nella vita pubblica e hanno promosso i diritti umani richiedendo parità di partecipazione nel processo politico decisionale. Le rivoluzioni arabe iniziate in Tunisia alla fine del 2010 hanno dato una forte spinta a questo movimento per l’emancipazione. Molte donne, sia giovani che anziane, sono scese in strada per la prima volta, manifestando per la propria dignità, per l’uguaglianza e per la libertà.

Il libro di el-Gawhary presenta ai lettori donne combattenti e pioniere provenienti da diversi strati sociali e con diverse professioni, dal primo giudice donna in Egitto alla vivace camionista del deserto. Tratta anche la situazione dell’attivista e blogger Zainab al-Khawaja dal Bahrein, imprigionata per mesi a causa dei suoi ideali e diventata una portavoce del movimento dei diritti civili nel piccolo Stato insulare del Golfo.

Karim el-Gawhary non ha scelto le donne ritratte in base al fatto che indossassero o meno il velo. Infatti, molte di loro lo indossano. L’imprenditrice libica Magdoulin Obeida, che lo indossa in modo succinto, ha dichiarato che “l’importante non è ciò che sta sopra la testa, ma ciò che è in essa”.

Anche se il libro parla principalmente di “superdonne”, ci sono anche racconti di esperienze fallimentari e traumatiche. Ne è un esempio la storia di due madri che hanno perso entrambe i figli in situazioni ambigue. Il figlio di una è stato ucciso in uno stadio di calcio, alla fine di una partita, quando i tifosi di una squadra hanno attaccato brutalmente i tifosi dell’altra. Il figlio della seconda madre è in carcere in attesa di esecuzione per aver ucciso qualcuno, lo stesso giorno, sullo stesso campo da calcio.

Il libro illustra in maniera impressionante la trasformazione delle relazioni tra sessi e l’immagine delle donne nel mondo arabo. Allo stesso tempo, mostra le numerose battute d’arresto delle donne per quanto riguarda la partecipazione politica. “Questi Paesi stanno subendo un lungo processo di trasformazione. Lo osserveremo per molti anni e certamente non sarà una linea retta”, afferma el-Gawhary nella conclusione.

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