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I movimenti salafiti nell’Egitto post Mubarak

Ahram Online (15/10/2012). Così come la rivoluzione del 25 gennaio ha totalmente cambiato la vita politica in Egitto, questo terremoto ha riguardato anche la galassia salafita, una realtà complessa, varia e tutt’altro che omogenea. Per la prima volta nella loro storia, i salafiti sono entrati prepotentemente nella vita politica del paese.

Ci sono due fattori chiave che hanno reso possibile l’avanzata di questi movimenti: prima di tutto le ripercussioni della cacciata di Hosni Mubarak, che ha permesso a chiunque di poter partecipare alla vita politica e di formare veri e propri partiti ( il partito ultraconservatore di  El Nour si è imposto come secondo partito nel paese durante le elezioni parlamentari!). In secondo luogo, non è possibile ignorare l’influenza dei movimenti salafiti all’interno della società dove hanno sempre svolto un capillare lavoro di predicazione unito ad assistenza sociale e umanitaria sopratttutto tra gli strati più poveri della popolazione.

Quello politico è un terreno sostanzialmente nuovo per i salafiti che ha segnato un passaggio importante, dalle moschee ai palchi pubblici. Ma la partecipazione al dibattito politico ha anche un prezzo: questi ultraconservatori sono stati costretti ad affrontare tematiche da loro sempre volutamente ignorate perchè in conflitto con la loro severa ideologia: copti, diritti delle donne, laicità dello stato e libertà individuali, tutte questioni che possono in qualche modo interferire nel loro disegno di uno stato rigorosamente soggetto alla loro visione della Shari’a.

Tra i gruppi più influenti del panorama salafita egiziano troviamo: Hezb el Nour (partito della luce) secondo partito dei paese, Hezb el Asala e infine partiti minori riconducibili all’universo “jihadista” come il Partito Costruzione e Sviluppo ( braccio politico della Gamaa’at El Eslameya) e il Partito Sicurezza e Sviluppo. Questi ultimi due movimenti hanno in un certo senso rivisto la propria ideologia rinunciando alla violenza armata (dopo essere stati accusati sin dagli anni 80 di sanguinosi attacchi contro turisti, forze dell’ordine e personalità politiche).

Luca Pavone