Al-Hayat (19/07/2017). Traduzione e sintesi di Cristina Tardolini
Continuano le proteste delle autorità islamiche di Gerusalemme e dei cittadini che si trovano davanti alla porta dei Leoni, rifiutandosi di entrare presso il Monte del Tempio attraverso i metal detector installati da Israele su due delle sue porte.
Il Direttore Generale del Waqf di Gerusalemme, Azzam al-Khatib al-Tamimi, in un discorso a decine di dipendenti e di fedeli che protestavano davanti alla porta del Concilio, dopo la preghiera dell’alba, ha assicurato che avrebbero mantenuto la loro posizione tale finché non sarebbero stati rimossi i metal detector da Al-Aqsa. Il direttore della moschea, Sheykh Omar al-Kiswani, ha dichiarato che la presenza di metal detector mira a ridurre il numero di fedeli nella moschea, ed il Gran Mufti del Regno dell’Arabia Saudita, Abdul Aziz bin Abdullah al-Sheikh ha dichiarato che tutto ciò è una violazione della santità della moschea, una provocazione ai sentimenti dei musulmani e che questi crimini richiedono un coordinamento delle posizioni arabe per portare alla fine di questa ingiusta occupazione. Ancora, il Consiglio della Shura saudita ha espresso la sua profonda preoccupazione per queste misure assurde, che puntano solo a peggiorare le condizioni già tese.
Il primo ministro palestinese Rami al-Hamdallah ha dichiarato che Israele è responsabile di ciò che sta accadendo ad al-Aqsa, ed ha condannato i suoi tentativi di cancellare l’identità araba e islamica di Gerusalemme; ha inoltre invitato i Paesi arabi e islamici a fornire protezione internazionale al popolo palestinese e ai suoi luoghi sacri. “La cosa più semplice che il mondo, gli arabi e i musulmani possono offrire è aiutare i palestinesi che vivono a Gerusalemme a rimanere nella loro terra”, ha detto il Consiglio dei Ministri in una dichiarazione a seguito dell’incontro settimanale svoltosi a Ramallah, spiegando che inizierà a preparare un piano di emergenza da sottoporre ai Paesi interessati e ai fondi arabi e islamici, esprimendo speranza in un serio impegno ad adottare questo piano e rispondere alle sue esigenze.
L’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, da parte sua, ha invitato il popolo palestinese a scendere in strada, scontrarsi con l’occupazione e organizzare manifestazioni di massa a difesa della loro identità e santità araba, chiedendo tutte le forme di sostegno finanziario e politico per la città e il suo popolo, compreso l’aiuto delle istituzioni mondiali per l’attuazione delle risoluzioni di legittimità internazionale, di cui la più recente è stata la decisione dell’UNESCO, secondo cui Israele sta occupando la città di Gerusalemme, e che conferma il diritto del popolo a resistere e rispondere a questa occupazione. Hamas e il movimento del Jihad Islamico hanno già provveduto a mettere in guardia l’occupazione dal continuare la sua aggressione contro la moschea di Al-Aqsa: durante una marcia comune a Gaza dello scorso lunedì sera, infatti, hanno minacciato che avrebbero risposto a questi crimini esaltando la resistenza contro gli obiettivi israeliani.
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