Egitto Zoom

Egitto: verso la stabilità del Paese

Egitto

 Di Muhammad Salah. Al-Hayat (04/05/2015). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.

Malgrado le critiche mosse contro il presidente Abdel Fattah El-Sisi da uomini d’affari o giornalisti, non si può negare che il Paese si muove verso una maggiore stabilità interna. Ormai la Fratellanza Musulmana rappresenta la minoranza e a nulla vale mostrarsi in un corteo per assicurare al mondo esterno di essere ancora alla guida di un movimento rivoluzionario.

Oggi i potenti di turno, nelle vesti dei magnati del denaro, della stampa e dei canali saltellitari, si apprestano a godere degli sforzi compiuti al fine di garantire sviluppo e sicurezza al Paese, consapevoli che l’era dei Fratelli Musulmani è ormai conclusa. Tra meno di due mesi il presidente El-Sisi presenterà i frutti del suo operato con l’apertura del nuovo canale di Suez in cui gli egiziani hanno riposto le proprie speranze. Infatti il progetto dovrà contribuire al risanamento dell’economia del Paese, incidendo sullo stile di vita delle tre città del canale e del Sinai.

In attesa di tale cambiamento, chi arriva in Egitto avverte la ripresa, seppur lenta, del Paese: riaffiora il prestigio dello Stato allorché il governo opera nell’interesse pubblico e si avverte un senso di rinascita importante.

Se la presenza terroristica sarà ancora forte, non solo a livello locale ma soprattutto internazionale, l’unica via di riuscita è nell’unione contro divisione e disgregazione che invece alimentano il movimento stesso. Dai social network sembra chiara la posizione dell’Egitto: quest’ultimo si presenta come l’unico Paese, tra quegli altri interessati dal vento della rivolta, ad aver permesso un simile consolidamento, specie a livello militare. Lo stesso non avviene in Yemen, in Iraq, in Libia o in Siria, vittime di disordine e sovrapposizione di figure o fazioni al controllo del Paese.

Così in Yemen bisogna distinguere tra l’armatura degli Houthi, delle fazioni fedeli all’ex presidente Ali Abdallah Saleh, di al-Qaeda o della Resistenza Popolare. In Iraq ci si divide tra le forze dell’esercito popolare, o di quello iracheno, o del Daesh (ISIS) o dei Peshmerga curdi. In Libia a seconda della città si può parlare di esercito nazionale o delle forze del generale Haftar o del movimento alFajr Libia. A seguire la Siria, dove ad ogni fazione corrisponde la sua corazza.

Per concludere, quale che sia l’attuale condizione in cui riversa l’Egitto, l’unità militare del Paese assicura difesa e protezione contro una possibile aggressione esterna.

Muhammad Salah è uno scrittore e giornalista egiziano, direttore dell’Ufficio del quotidiano Al-Hayat al Cairo.

Vai all’originale

I punti di vista e le opinioni espressi in questa pubblicazione sono di esclusiva responsabilità degli autori e non riflettono necessariamente il punto di vista di Arabpress.eu