Egitto News Politica Siria

Egitto: i rifugiati siriani nell’era post-Morsi

rifugiati siriani in Egitto

rifugiati siriani in EgittoDaily News Egypt (08/09/2013). Traduzione di Claudia Avolio.

Secondo l’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR), degli oltre 2 milioni di rifugiati siriani l’Egitto ospiterebbe al momento 111,101 “Persone a Rischio”. Il ministero degli Affari Esteri egiziano, tuttavia, stima che il numero reale oscilli tra le 250 mila e le 300 mila persone. Un altro dato fornito dall’UNHCR riguarda le richieste di fondi per i rifugiati siriani in Egitto, pari ad oltre 66 milioni di dollari, di cui è stato elargito finora solo il 22 percento.

Sarebbero oggi meno i rifugiati siriani a spingersi in Egitto, con altre nazioni arabe come Libano e Giordania a determinare una scelta guidata spesso dal fatto che non vi si richiedono i visti per entrare. La richiesta di visto per entrare in Egitto viene definita dal ministro degli Affari Esteri Badr Abdelatty come una misura temporanea legata a questioni di sicurezza. Il ministro sottolinea comunque che i rifugiati siriani “sono i benvenuti in Egitto e servizi come istruzione e assistenza sanitaria sono stati messi già a disposizione”.

Susan, originaria di Damasco che ha raggiunto l’Egitto nel dicembre 2012 con suo marito e i loro gemelli, dice che la situazione per i rifugiati siriani è cambiata da quando Morsi è stato deposto all’inizio di luglio. “Per 20 anni non avevamo avuto alcun bisogno di visti per entrare in Egitto, perché ora sì?”, chiede la donna, che tocca un altro tasto del cambiamento post-Morsi. Fa infatti notare come, ai tempi di Morsi al potere, le famiglie siriane potevano iscrivere i figli alle scuole pubbliche gratuitamente. Ora invece viene loro detto di rivolgersi alle scuole private, quindi onerose.

“Quando sono venuta in Egitto, non l’ho fatto certo per Morsi o per chissà chi,” afferma la donna, “Si tratta di questioni interne: perché mai stanno coinvolgendo i rifugiati siriani?”. Il ruolo dei media è un altro aspetto sottolineato dalla madre siriana: “Se c’erano siriani al sit-in [pro-Morsi] di Rabaa o se un siriano ha infranto la legge, bisognerebbe chiederne conto ai singoli individui, e non punire tutti i rifugiati siriani”. Alcuni giovani uomini che arrivano al Cairo per cercare lavoro hanno paura di essere aggrediti o arrestati.

Secondo Mohamed Farouk, avvocato che si occupa di diritti umani legati ai media, l’informazione ha giocato un ruolo cruciale nell’offrire una cattiva immagine dei rifugiati siriani, collegandoli ai sit-in della Fratellanza. Il punto di svolta è però avvenuto secondo l’uomo quando le autorità egiziane hanno cercato di deportare il regista siriano Mohamed al-Hariri. La sua associazione (ANHRI) è riuscita ad evitarlo, e dopo di allora “le cose vanno meglio in Egitto per i siriani”.

About the author

Emanuela Barbieri

Emanuela Barbieri è specializzata in Comunicazione Digitale e Internazionale, SEO Specialist e Consulente di Marketing digitale.
Grazie alla lingua araba ha realizzato progetti ponte tra l'Italia e l'area MENA - Nord Africa e Medio Oriente -, affiancando alla laurea in Lingue e Comunicazione Internazionale una formazione in ambito digitale: siti web, SEO, digital advertising, web marketing.

Add Comment

Click here to post a comment